È una legge universale a dirlo: sono i numeri che fanno la differenza. E ciò si può applicare ad ogni contesto, situazione, evento, e via discorrendo. Così, tanto per rimanere in tema, ad oggi i firmatari sono più di diecimila (al totale ne mancano meno di quattromila). Di cosa? Ma chiaro, dell’appello firmato da Nicola Zingaretti e postato sul sito internet proposto a tale pratica, “change.org”.
Il presidente della Regione (il Montalbano della Pisana) ha deciso di parlare al mondo attraverso la rete. Di aprire una pubblica petizione al fine di riuscire a mantenere in vita la “città che muore”. Che detto così pare un controsenso, ma in realtà Civita di Bagnoregio rischia veramente di collassare. La valle dei calanchi che la circonda infatti è soggetta a continua erosione. E via via quel gioiello architettonico sospeso dal mondo attraverso un semplice ed affascinante ponte, si sta consumando come un cerino al vento.
Era tempo quindi di prendere provvedimenti. Di scaldare la folla. Di bypassare i grovigli burocratici e di arrivare ad una cura rapida, che permetta a milioni di turisti provenienti dall’interno globo di poter, ancora una volta (o magari per la prima), accedere al sito.
L’appello tecnologico, come detto in apertura, sta riscuotendo un incredibile successo. I click aumentano ad ogni aggiornamento di pc. E sotto, scorrendo nella pagina interattiva, ecco anche l’elenco dei commenti di ogni firmatario. Roba da brividi. Parole dal cuore. Che per un attimo sembrerebbe di stare a Pamplona, non a Viterbo. Per quanto campanilismo si respira.
I primi a sostenere la causa sono tutti volti noti. Giorgio Napolitano, Bernardo Bertolucci, Achille Bonito Oliva, Massimo Cacciari, Andrea Camilleri, don Luigi Ciotti, Umberto Eco, il residente Paolo Crepet, Oscar Farinetti, Dario Fo, Ennio Morricone, Oliviero Toscani… A loro seguono invece i nero su bianco dei cittadini “comuni”. Che hanno lo stesso valore simbolico e non, e meritano uno spazio a parte per quanto riguarda le dediche. “Se rinunciamo a custodire la bellezza, che mondo lasciamo?”, parte Paola Maras, da Roma. “È un bene prezioso, è un bene comune, è un bene italiano”, segue Mauro Matteucci da Cingoli. E ancora: “Perché solo preservando il passato possiamo costruire il futuro”, Fiorenza Cecconi. “Amo questi luoghi”, urla Raffaella Cangani. “Per non rammaricarmene per tutto il resto della vita”, Sandra Parlato. Chiude l’associazione Aldebaran: “Migliorare il nostro bel paese è un dovere dello stato”.
Per quanti fossero interessati, curiosi, e volessero fortemente firmare ma non sanno come fare, l’indirizzo da scrivere in alto sullo schermo è “www.change.org/p/salviamo-civita-di-bagnoregio”.
Basta poco. L’intento è nobile. Ossia si vogliono tramutare Civita e la Valle in patrimonio Unesco dell’umanità. E state tranquilli, non vi arriverà a casa nessun set di pentole e manco una mountain bike con cambio Shimano.