Tanto tuonò che non piovve. Neanche un po’ d’acquerugiola, neanche qualche goccia. Dopo un’ora e mezzo di riunione del gruppo consigliare, quelli del Pd se ne escono con un documento unitario da portare caldo caldo al sindaco. E’ il segnale definitivo di via libera per il rimpasto a Palazzo dei priori, che a questo punto rischia di essere un rimpastino. Ma andiamo con ordine.
Il pomeriggio si era aperto con la notizia delle dimissioni dell’assessore Alessandra Zucchi, eletta per Oltre le mura, poi disconosciuta dalla lista civica, eppure ancora in carica, fino a ieri. Anzi no, perché in consiglio comunale il sindaco ha smentito le dimissioni della Zucchi. a prossima in odor di addio è Raffaella Valeri (Sel-Viterbo bene comune), per alleggerire ulteriormente la giunta, per poi rimodularla, operazione che il sindaco dovrebbe chiudere già nelle prossime ore oppure al ritorno dalla trasferta milanese di giovedì.
L’ultimo passaggio è arrivato nella serata di ieri dal gruppo consigliare del Partito democratico, in via Polidori. Riunione che, ad ascoltare le grida, sembrava davvero turbolenta. E invece era solo un sano confronto dialettico, magari ad alto livello di decibel, ma niente di esagerato. Tant’è che alla fine ne esce un documento all’unanimità, in cui il Pd chiede il rilancio dei temi della campagna elettorale 2013 (Terme, centro storico, frazioni, urbanistica e via dicendo), suggerisce al sindaco una giunta a sei ma gli concede eventuali deroghe. Ma i democratici richiamano “la propria evidente consistenza maggioritaria, che non può non trovare corrispondenza in qualsiasi assetto il sindaco ritenga più consono”. Come dire: visto che i civici esprimono sindaco e presidente del consiglio, almeno si dia superiorità numerica in giunta ai democrats. Specie ora che sono tutti d’un sentimento.
Dunque: sette assessori (con Vannini in quota sindaco) ma al costo di sei. Quattro del Pd (i confermati Ciambella, Delli Iaconi e Ricci, più Alessandra Troncarelli) e due civici (Barelli e Saraconi). Possibile anche qualche ritocco alle deleghe, anche se la nuova entrata Troncarelli dovrebbe finire proprio ai Servizi sociali che furono di Fersini.
Tutto è bene quel che finisce bene? A livello di equilibri sì, anche se la pax scoppiata tra i consiglieri potrebbe restare bellum all’interno del partito, con strascichi che dovrebbero arrivare fino alla segreteria regionale, dove a breve ci potrebbe essere un incontro-confronto tra l’Unione comunale (a maggioranza fioroniana), il capogruppo Serra, il segretario provinciale Egidi e il circolo unico.