Bene bravo bis. Per la seconda volta nel giro di poco più di una settimana, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti arriva a Viterbo, osannato come al solito dalla pletora di adoranti adulatori. Prima per un evento politico (la benedizione della candidatura di Mauro Mazzola alla presidenza della Provincia); poi ieri per un avvenimento più istituzionale come l’inaugurazione del PalaExpo che rimarrà aperto per l’intero periodo della rassegna mondiale di Milano. Un segnale di attenzione, diranno i seguaci del Montalbano de’ Noantri, sempre pronti ad osannare finanziamenti milionari destinati alla Tuscia, anche se poi sarebbe il caso di andare a verificare quanto realmente arriva nella casse del Viterbese e quanto sia soltanto frutto di belle intenzioni che non si traducono alla resa dei conti in fatti concreti.
Guardando le cose con un certo distacco e con un pizzico di senso critico, vien subito da pensare che la “vera” attenzione si misura con altri parametri che non siano quelli della presenza in loco. Più reali e sicuramente più vicini alle esigenze dei cittadini. Un esempio? Le acque termali. Un significativo passo in avanti in un vicenda che si trascina da troppo tempo potrebbe essere costituito dalla cessione in toto della gestione al Comune di Viterbo. E’ vero, vicende giudiziarie di varia natura di fatto ostacolano una soluzione rapida, ma è altrettanto vero che l’affidamento a Palazzo dei priori permetterebbe di risolvere qui faccende e diatribe che oggi invece si trascinano da un tavolo all’altro, con perdite di tempo e spesso senza riuscire a trovare soluzioni idonee. L’amministrazione comunale di turno si farebbe carico di curare gli interessi di tutti, tenendo a bada fughe in avanti e tentativi di monopolio che non hanno ragione di essere. Perché, alla fine, i lavoratori che perdono l’occupazione o gli imprenditori che rischiano di chiudere o ridimensionare la loro attività, vanno a protestare in Comune mica in Regione. E magari sarebbe pure opportuno che il sindaco punti un po’ i piedi col governatore: il rapporto deve essere sì di collaborazione, ma anche dialettico e competitivo. Altrimenti si resta schiacciati.
Altro tema sul quale la Pisana dovrebbe far sentire la sua voce è quello della Talete. Finora, al di là di dichiarazioni di principio non si è concretamente andati. I dearsenificatori sono in funzione, ma l’anno prossimo chi dovrà occuparsi della costosissima gestione? E con quali fondi? E soprattutto come si intende agire sul futuro della società di gestione? Non basta affidarsi alla due diligence: bisogna avere idee chiare subito. Può darsi che Zingaretti e l’assessore Refrigeri le abbiano e siano pronti. Intanto, si naviga a vista.
E il Consorzio biblioteche? Sì, c’è un tavolo aperto ma al momento di concreto nulla se non buone intenzioni. L’obiettivo dovrebbe essere quello di risparmiare l’affitto annuale e utilizzare una sede diversa di proprietà pubblica, e quindi con spese azzerate. Vale la pena pensarci seriamente senza girarci intorno, come invece sta avvenendo finora.
Ecco, alcuni temi concreti. Sicuramente ce ne sono anche altri, ugualmente importanti. L’attenzione di Zingaretti verso la Tuscia si misura e si misurerà sugli atti concreti, non sui tagli dei nastri o sulle passerelle pre-elettorali.
Buona domenica.