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Vittoria, prima (mini) sindaca della storia

Una giornata intensa nell'assemblea di giovanissimi in sala d'Ercole

Vittoria Verdecchia mentre espone il suo programma elettorale

E’ Vittoria Verdecchia il primo sindaco donna nell’antica e nobile storia della città di Viterbo. E’ stata eletta ieri, al termine di una giornata lunghissima e incerta trascorsa sui banchi della sala d’Ercole di Palazzo dei priori. Non sono bastate tre votazioni per arrivare ad un vincitore: è servito il ballottaggio tra la stessa Verdecchia e lo sfidante che aveva ottenuto più voti, quell’Emilio Vitale che le ha conteso il successo fino all’ultima scheda.

La campagna elettorale era stata intensa, con un dibattito serrato che ha coinvolto tutte le parti in causa. Una lunga serie di interventi in sala sugli argomenti più disparati e sulle problematiche che attanagliano la comunità, con una curiosa attenzione per i temi della scuola e dell’istruzione in generale.

Le delicatissime operazioni di voto

Le delicatissime operazioni di voto

All’appello, tutti e venti i consiglieri hanno risposto letteralmente “presente”, mentre dal pubblico spuntavano cellulari e videocamere per riprenderne le gesta.

Dopo le interrogazioni, si è passata all’elezione del sindaco. Sono state consegnate le schede a ciascun partecipante, e sono state ricordate le regole del voto: scrutinio segreto, si può esprimere una sola preferenza, in seguito verranno concordate le prossime assemblee del consiglio comunale, con un preciso ordine del giorno e una cadenza periodica.

I primi due appelli si sono conclusi con un nulla di fatto, anche se la candidatura della Verdecchia aveva già attirato qualche voto. Non abbastanza, tuttavia, per consentirle di superare lo sbarramento della rigorosa legge elettorale applicata per l’occasione. Nella terza tornata, la stessa Vittoria accresceva il suo bottino, e trovava in Emilio Vitale un valido avversario. Come previsto dal regolamento, è stato dunque necessario ricorrere al ballottaggio tra i due candidati più votati, Verdecchia e Vitale appunto. Che prima dello scrutinio decisivo – ottimamente eseguito dallo scrutatore Christian Scorsi e dal coordinatore Paolo Moricoli – hanno avuto modo di esporre per un’ultima volta i rispettivi programmi. Più incentrato sui temi della scuola quello di Vittoria, più rivolto alla città e agli spazi verdi quello di Emilio.

Un elettore deposita la scheda nell'urna

Un elettore deposita la scheda nell’urna

Alla fine, l’insindacabile verdetto dell’urna ha portato al trionfo Verdecchia, che ha raccolto 9 voti contro gli 8 di Vitale, che ha sfiorato la clamorosa rimonta nel finale. Una scheda bianca, una nulla. La proclamazione del nuovo sindaco – il primo, ripetiamo, donna nella storia della città – è stata accolta da un fragoroso applauso da tutta l’aula. Poi, il nuovo primo cittadino – che da alcuni analisti è già stata definita “la risposta viterbese ad Hillary Clinton” – ha indossato la fascia tricolore, ricevendo le congratulazioni dell’assessore Raffaella Valeri e del suo predecessore, Leonardo Michelini. “Ringrazio tutti i colleghi che mi hanno votato”, ha detto un’emozionata Vittoria. Alla quale subentrerà ora in consiglio Claudio Rossetti, il primo dei non eletti, mentre come vicesindaco è stata eletta Elena Pieretti.
Alla sindaco Verdecchia gli auguri di buon lavoro anche da Viterbopost.

PS. Vittoria Verdecchia ha 10 anni (“Compiuti a marzo”, ci tiene a precisare), ed è un’alunna della scuola primaria don Alceste Grandori. E’ la prima minisindaco di Viterbo, uomo o donna conta relativamente. E ancora, buon lavoro.

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