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Un altro fiore nella Valle di Faul

L'ex mattatoio riportato in vita dalla Fondazione Carivit

L'interno del PalaExpo

L’interno del PalaExpo

E’ vecchio e nuovo, con la storia intorno, e il paesaggio. C’è l’odore della fatica, perché questo una volta era un mattatoio, ma c’è anche il profumo di nuovo. Valle Faul, eccoci qua: l’antica porta è ad un passo, la rupe del colle del duomo appena sopra, non minacciosa, ma autorevole. La Fondazione Carivit ha preso questo edificio e lo ha trasformato in qualcosa di spettacolare.

Il grande salone soppalcato

Il grande salone soppalcato

A fianco dell’incubatore culturale della Bic Lazio, dove nascono le idee e aperto già da qualche tempo, ecco la parte appena restaurata. Sarà il PalaExpo del Comune per i prossimi sei mesi, grazie ad una convenzione a costo zero, poi chissà. Museo delle ceramiche, luogo per eventi, incontri, esposizioni. “E’ stato un intervento lungo e costoso, visto che ci abbiamo messo circa cinque milioni di euro – dice il presidente della Fondazione, Mario Brutti – ma era un progetto che ci stava a cuore, e in linea con la missione della Fondazione. Che è da sempre al servizio del territorio e che ora in un’assemblea vedrà come utilizzare questo luogo”.

L'esterno

L’esterno

Mattoni e legno. Il ferro battuto delle scale a chiocciola e del controsoffito. Il vetro delle ampie finestre, e del tunnel nel chiostro centrale. Le facciate rimesse a nuovo, con coerenza stilistica. C’è un salone ampio, con soppalco, e l’onorevole Fioroni – da figlio di macellaio – ricorda dei quarti di bue attaccanti ai ganci. Ai muri, le eccellenze della Tuscia: dai luoghi (l’isola Bisentina, i mostri di Bomarzo) ai sapori (le nocciole, l’olio, il vino). I prodotti sono anche esposti. La Camera di commercio pure ha un ruolo importante in questo PalaExpo. Ancora, di qua: una sala convegni all’avanguardia: poltrone comode, schermi multimediali. E ancora, di fuori, il giardino con una vecchia ciminiera, esempio di archeologia industriale, e un piccolo anfiteatro per gli eventi all’aperto sul quale si affaccia anche una veranda a vetri con tavoli e sedie per servizi di ristorazione. In alto, l’acropoli dove nacque Viterbo.

Un corridoio a vetri nel chiostro interno

Un corridoio a vetri nel chiostro interno

“Presto sarà riqualificata anche l’area di fronte – dice il presidente della Camera di commercio Domenico Merlani –, quella dell’ex gazometro. Chi se lo sarebbe mai immaginato, qualche anno fa, che Valle Faul sarebbe tornata a splendere in questo modo?”. Senza dimenticare il Plus, gli ascensori, le mura. “E’ un posto magnifico – concorda il presidente della Regione Nicola Zingaretti – Che si candida a diventare un polo fondamentale per tutto il Lazio”. Il contenitore c’è, ora tocca ai viterbesi metterci i contenuti.

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