Tuscia Expò e Centro Merci di Orte al centro dei lavori della quinta commissione consiliare, con la partecipazione anche del sindaco Leonardo Michelini. Assenti però sia il ragioniere capo Stefano Quintarelli che il liquidatore della società che avrebbe dovuto occuparsi del polo fieristico (e nell’ipotesi micheliniana del mercato agro-alimentare), Vittorio Maculani, ex vice sindaco ed ex assessore comunale: insomma le due figure tecniche che avrebbe potuto fornire maggiori dettagli alla platea.
Come che sia, il primo cittadino ha innanzitutto chiarito che, contrariamente alle ipotesi e alle voci di qualche mese fa, il Comune non ha alcuna intenzione di cedere le quote in suo possesso dell’Interporto ortano: si tratta del 9,60% del capitale sociale, con un valore di circa 90mila euro. Sostanzialmente, il ragionamento è il seguente: si tratta di una partecipazione strategica ad una società che, sebbene penalizzata dalle recentissime decisioni del governo Renzi (no alla trasversale Mestre – Orte – Civitavecchia), resta un baluardo importante di sviluppo. E chissà che in futuro non riprenda slancio il completamento di quell’importante asse viario, con conseguenze certamente positivo per il polo logistico viterbese.
Su Tuscia Expò, il futuro è nelle mani della Regione, nel senso che la Pisana (che aveva di fatto messo in ginocchio la società) deve definitivamente chiarire come e quando rivuole indietro i soldi a suo tempo anticipati: si tratta di quasi un milione di euro, da dividere fra i quattro soci (la Regione stessa, Provincia, Comune e Camera di commercio). Se le cose restassero così come stabilito a settembre dell’anno scorso, Zingaretti recupererebbe 750mila euro (centesimo, centesimo meno), ma gli enti locali dovrebbero dissanguarsi per onorare quel debito. Impensabile. E allora la discussione si è risolta in uno scambio di opinioni in attesa di conoscere da Maculani come stanno realmente le cose e come la Regione intende muoversi nel concreto. Se ne riparlerà alla prossima seduta, con la speranza che nel frattempo la Regione abbassi le pretese. Altrimenti si va ai materassi. Di metter mano al portafogli non ne ha voglia proprio nessuno.