I tecnici lo definiscono senza mezzi termini “povero”. E’ il turismo dei pellegrini, di coloro che per scelta e convinzione decidono di arrivare a Roma a piedi, utilizzando un’antichissima strada che da secoli collega l’Europa al centro della cristianità. La via Francigena serviva proprio a questo e ancora oggi viene utilizzata per questo scopo. Aver costituito un consorzio con i comuni della Tuscia e della provincia di Roma attraversati dal percorso (che va da Acquapendente fino a Formello, quindi alle porte della capitale) è impresa valida, soprattutto alla vigilia dell’anno santo straordinario che convoglierà milioni di pellegrini e fedeli, alcuni dei quali sceglieranno appunto di arrivarci a piedi, come si faceva in passato.
Quanto saranno ? Impossibile dirlo oggi. Ciò che si può affermare con certezza è che a queste persone vanno garantiti la possibilità di riposarsi, di lavarsi, di consumare la cena e la colazione, poiché il resto della giornata viene utilizzato per camminare. Insomma, vitto e alloggio a costi concorrenziali e in linea con le aspettative di chi opta per questo tipo di turismo, che sarà probabilmente povero, ma di sicuro non è né minore né scarsamente importante. Nello studio approntato dalla Regione Lazio, che ha fornito un importante supporto organizzativo all’iniziativa, si analizzano nel dettaglio le varie necessità. Si parte innanzitutto dal tema della sicurezza, che si traduce non solo nel garantire percorsi sicuri e utilizzabili sempre (e quindi manutenzione costante), ma anche segnaletica chiara e precisa. Sembrano faccende scontate e banali: in realtà non è così, perché nell’ambito dello stesso Tavolo appena costituito ci sono comuni che da tempo si sono dedicati con impegno a questi temi (Acquapendente, Montefiascone, Formello, Campagnano) e altri che li hanno decisamente trascurati, come ha riconosciuto con sincerità il sindaco di Caprarola, Stelliferi.
Il secondo aspetto riguarda la valorizzazione, che passa da tre fattori decisivi: comunicazione, sensibilizzazione, conoscenza. Anche in questo campo, finora si è proceduto in ordine sparso. Nel senso che ognuno ha pensato per sé. In altre Regioni (la Toscana, ad esempio) da tempo sono nati consorzi ed enti che si interessano di pubblicizzare il percorso in chiave globale: non ha alcun senso farlo per un pezzetto o per un chilometro. Ancora: la gestione, che comprende servizi, logistica e fund raising (ricerca fondi). Gli obiettivi sono molteplici: creare presidi di accoglienza povera ogni 20 chilometri, aumento dei posti letto e delle aree comuni, transfer bagagli, possibilità di affittare biciclette (perché il camminatore/pellegrino è di solito anche un buon pedalatore).
Quando tutte le municipalità attraversate dalla via Francigena agiranno finalmente all’unisono, si sarà compiuto già un consistente passo in avanti. Un altro passaggio è recentissimo ed è un’idea lanciata dal sindaco Leonardo Michelini al collega di Nepi, Pietro Soldatelli: creare momenti culturali collegati, ad esempio, alle opere dei due Antonio da Sangallo (il Vecchio e il Giovane), o ai Borgia o ai Farnese. Personalità e famiglie che hanno un filo diretto con la Tuscia, e quindi anche anche con la via Francigena, attraverso eventi focalizzati che siano in grado di coinvolgere non solo i camminatori, ma anche la ben più vasta platea dei pellegrini. Sarà uno dei temi sul tavolo dei prossimi incontri che saranno promossi proprio dal Comune di Viterbo (capofila del progetto e affiancato dalle municipalità di Acquapendente e di Formello): ad occuparsene sarà probabilmente la vice sindaca Luisa Ciambella, con la collaborazione dei primi cittadini Alberto Bambini e Sergio Celestino.
Nello studio regionale si indicano sinteticamente 5 bisogni (abbastanza urgenti): migliorare la manutenzione e la segnaletica lungo il percorso francigeno; migliorare la comunicazione e la promozione del territorio; migliorare la sensibilizzazione di giovani e residenti; migliorare i servizi generici e di ricezione del pellegrino; coinvolgimento delle piccole e medie imprese di servizi, artigianato ed enogastronomia del territorio.
I compiti per le vacanze sono questi: non sono difficili, ma neppure semplicissimi. Vanno comunque affrontati subito con impegno, passione e dedizione. Di tempo da perdere ancora non se ne sente proprio la necessità.