Chiudete gli occhi e accendete l’immaginazione: “Abbiamo ricevuto delle manifestazioni d’interesse nazionali e internazionali. Lì si può fare tutto: da una semplice struttura per le cure termali ad una Spa di lusso, di alto livello con albergo adeguato, o ancora un parco termale. Avete presente Ischia? Parliamo di sette ettari: quindi hotel e poi dieci, dodici piscine a diversa temperatura. Parliamo di investimenti diversi, compresi in una forbice tra i 5 e i 15 milioni di euro. L’acqua? Qualora la sentenza del Tar non ci facesse attingere dalla callara del Bullicame, potremmo prendere quella delle Zitelle. Per gli esperti della Regione le condutture per portarla fino alle ex terme Inps verrebbero a costare sui 700mila euro, ma credo che sia una cifra esagerata”. Così parlò, ieri in consiglio comunale l’assessore al Termalismo (non all’Lsd) Tonino Delli Iaconi. E così si spiega perché quei geniacci de Il Messaggero lo ribattezzarono, ai tempi d’oro “Tonino Dormi e Sogna”.
L’assessore era stato interrogato da Chiara Frontini (Viterbo 2020), reduce dal dibattito sullo stesso argomento davanti alle telecamere di Mi Manda Rai tre. A quella trasmissione Tonino non c’era, e il Comune era stato rappresentato dall’assessore allo Sviluppo economico Giacomo Barelli: pare che infatti da allora il programma abbia cambiato titolo e che ora si chiami “Mi manda Delli Iaconi”. “Sono convinto che parlare in televisione non serva a nulla, così come non serve a nulla parlare coi giornali – dice oggi lo stesso Delli Iaconi, fornendo al consiglio comunale e ai posteri la sua particolarissima versione del ruolo dell’informazione in una società democratica – Le terme Inps sono chiuse da 22 anni, eppure a Viterbo quando un giornalista non ha nulla da scrivere prende il telefono e chiama l’assessore, o il sindaco, e chiede delle terme Inps. Succede periodicamente. E noi rispondiamo sempre la stessa cosa: vogliamo rilanciarle”. Come dire: un teatrino. Anche se quello a sparare le date a casaccio (“Bando entro marzo”) era proprio lui.
“In realtà – ha detto ancora Delli Iaconi ad una platea metà ammirata per la finissima paraculaggine e metà arrabbiata per la tattica elusiva da vietcong – le cose stanno sempre allo stesso modo. C’è un giudizio del Tar che aspettiamo per l’inizio di maggio e che ci preclude la possibilità di inserire in un eventuale bando la quantità d’acqua disponibile, e c’è da confrontarsi con le intenzioni di eventuali investitori privati. La notizia positiva è che dopo cinque anni di crisi il settore termale è tornato in attivo, e questo potrebbe spingere gli imprenditori a tornare ad investire”. Ma non a Viterbo, se continuiamo così.
Il tutto, durante un consiglio comunale dedicato alle interrogazioni (la prima raffica formulata da quattro consiglieri di maggioranza, con un piccato intervento della Troncarelli nei confronti della presidente De Alexandris), iniziato con un’ora di ritardo rispetto agli accordi, interrotto pure dal solito invasato del centro storico. Senza le chicche di Delli Iaconi sarebbe stata davvero una giornata persa.