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Termalismo: tante parole, pochi fatti

Delli Iaconi aspetta il Tar. Sensi (Terme dei Papi) scatenato: "Già 430 disdette"

L'intervento dell'assessore Delli Iaconi durante la riunione della seconda commissione

L’intervento dell’assessore Delli Iaconi durante la riunione della seconda commissione

Prima notizia: l’assessore Tonino Delli Iaconi (che sfoggia un’incredibile cravatta rosa shocking: un altro pezzo pregiato della collezione privata) confessa candidamente: “Alla trasmissione di RaiTre ci sarei voluto andare: tra i miei difetti non manca certamente la vanità”. Assodato questo importante passaggio, l’unica vera novità nella riunione della seconda commissione consiliare, convocata su richiesta del consigliere Giulio Marini (Forza Italia) per discutere di termalismo, è la presenza dell’imprenditore Fausto Sensi (Terme dei Papi) al quale viene concessa anche la possibilità di intervenire. E il quaderno delle doglianze, sebbene arrivi quasi fuori tempo massimo, è lungo e articolato: “Fino al 16 marzo abbiamo disdetto 430 prenotazioni. Gente che veniva da tutta Italia per le cure termali. Semplicemente perché non abbiamo l’acqua sufficiente. Abbiamo chiesto un prelievo di 10 litri e ci sono state proposte soluzioni inattuabili sul piano tecnico”. L’assessore non ci sta: “E’ un falso problema. Con la sospensiva del 25 marzo scorso, il Tar ha bloccato una nostra delibera, per cui non ci sono limiti agli emungimenti”. Sensi non se la tiene: “Il vero problema è che acqua non ce n’è. I livelli bassissimi della callara impediscono che se ne possa prelevare. Questo è un danno per noi e per tutti la città. Ve ne accorgerete quando i lavoratori verranno a protestare…”.  La minaccia resta a mezz’aria: è ora di pranzo e tutti (almeno quelli che hanno resistito fino all’ultimo) sciamano in fretta.

Che cosa resta della questione all’ordine del giorno? Poco, anzi niente. Delli Iaconi riassume in apertura lo stato dell’arte. Fra ricorsi, controricorsi, sospensive, mancata attenzione della Regione, la situazione è sostanzialmente bloccata. Gli interventi al pozzo San Valentino sono in corso, ma nessuno può dire con certezza se saranno risolutivi. Un momento di chiarezza arriverà con la decisione del Tar (prevista per il 25 maggio) sull’ultimo ricorso presentato dalla famiglia Governatori che gestisce le Terme Salus.

Altro problema, irrisolto da anni, è quello degli allacci abusivi. Se ne lamenta, a ragione, Sensi che ricorda uno studio del 1988 nel quale si certificavano ben 80 pozzi non autorizzati. Sono passati quasi 30 anni e la rete continua a fare acqua (letteralmente) da tutte le parti. Con le conseguenze già dette: impossibile fare prelievi. E senza certezze sulla quantità di liquido termale che si può giornalmente prelevare, quale imprenditore impegnerebbe capitali e risorse? Risposta ovvia, visto che si parla di investimenti sull’ordine di alcuni milioni di euro. L’assessore la prende larga, affrontando la piaga delle ex terme Inps. “Il mercato termale – dice – ha ripreso a tirare, dopo anni di magra. Ci sono già 4-5 manifestazioni di interesse, ma intanto bisogna decidere cosa fare davvero perché una struttura come quella attuale non è più proponibile. Tanto più che anche stabilimenti dello stesso genere in altre zone d’Italia non è che abbiano vita facile, anzi. E allora avanti con il dialogo competitivo con chi è interessato. Con un obiettivo primario: l’acqua si darà solo a chi la userà per fini produttivi”. La strada da percorrere è quella del project financing: Marini annuisce confessando di averci perso tanto tempo durante i 5 anni da sindaco senza cavarci grandi risultati. “Con il graduale miglioramento della situazione economica generale – conferma Delli Iaconi – adesso ci sono le condizioni per investire. Alla Regione, abbiamo proposto di finanziare il bando per la ricerca di un advisor a livello internazionale che si occupi della questione. La risposta è stata affermativa, ma per ora solo a livello di impegno”.

Temalismo, i lavori della seconda commissione

Temalismo, i lavori della seconda commissione

E proprio verso la Pisana si addensano gli strali palesi di Giulio Marini e più diplomatici di Delli Iaconi. L’accusa (del primo) è di scarso interesse per i territori, la richiesta (del secondo) è che l’intero parco termale viterbese passi sotto la diretta gestione del Comune. Perché l’alternativa è l’attuale frammentazione, il moltiplicarsi delle richieste di gestione di sorgenti da parte di enti ed associazioni. “Di una cosa sono certo e non è solo la mia opinione: si parlerà e si concederà l’uso di quelle acque solo a chi dimostra con i fatti di non avere fini di lucro. E i privati comunque dovranno lasciare aree per l’uso gratuito delle pozze. Altrimenti non se ne parla proprio”.

Marini sintetizza la situazione: “Sono passati ormai due anni dal vostro insediamento e di passi in avanti ce ne sono stati pochissimi. Se volete fare qualcosa, fatelo adesso”. Chiara Frontini ci mette il carico: “Questo è un tema strategico, quindi bisogna andare avanti sulla strada della condivisione totale”. Delli Iaconi incassa e apprezza: “Ne parlerò col sindaco e si troverà la maniera per una commissione la più ampia e rappresentativa possibile, anche con il coinvolgimento dei consiglieri regionali e dei parlamentari”.

Intanto si aspettano le decisioni della giustizia amministrativa. Sperando che facciano chiarezza e soprattutto che la spirale dei ricorsi finalmente si spezzi. Ognuno tutela giustamente i suoi interessi, ma a quelli della comunità chi ci pensa?

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