Droni, non ci sono paragoni. Direbbero a Terni. Ma rivolgendosi alla famosa catena di supermercati. Qui invece siamo a Viterbo, e quando si parla di droni si intendono solo quei fregnetti volanti telecomandati.
Ora, nessuno sa perché, ma un po’ per lo stesso motivo che improvvisamente nella città dei papi tutti hanno la barba lunga un metro, sempre in loco è scoppiata pure la drone-mania. E di brutto. Un sacco di gente infatti (giurerebbe gli esperti, che sì, esistono) si sveglia addirittura presto la domenica mattina. Al fine di uscire di casa e pilotare il suo cosetto. La materia inoltre è oggetto di forte studio da parte dell’università locale, di diversi istituti superiori, e si stanno appassionando pure le aziende private.
A questo punto le considerazioni sono due: o per via della crisi in tanti non sanno cosa fare, e quindi qualsiasi passatempo va bene. Della serie: sempre meglio che drogarsi. Oppure è vero sul serio che i suddetti droni servono a qualcosa. Magari qualcuno in futuro ci spiegherà anche a cosa però. E magari lo farà domenica 12 aprile, al drone-raduno 2015 messo in piedi da Medioera. In piazza della Morte, che di recente non è che faccia proprio pendant quando si parla di oggetti volanti, e alle ore 10. Oggi in Comune (ore 11), verrà invece presentato l’intero festival multimediale.
“Sarà l’occasione di fare il punto sulla tecnologia e sulle normative, e presentare inoltre le attività e i nuovi appuntamenti della Scuola Apr-droni, dove Itt (Istituto tecnico tecnologico, ndr) e Unitus, presenti con i propri professori e alunni, avranno un posto d’onore per raccontare agli appassionati questa innovativa esperienza. Saranno inoltre sul posto per dibattere con altri operatori del settore e curiosi”, dicono gli organizzatori.
Ma andiamo a rimarcare il punto di cui sopra, ossia l’aspetto lavorativo. “Poter costruire competenze, eccellenze e nuovi posti di lavoro per la nostra città è il sogno-obiettivo che caratterizza la mia idea – stavolta parla l’ideatore, Paolo Bozzi – con la speranza che la diffidenza dalle imprese e l’incomprensibile indifferenza di alcune istituzioni vengano superate, e si possa trasversalmente operare insieme allo sviluppo ancor più ampio del progetto”. Gira gira va a finire che col drone ci si guadagna pure, insomma.
Tant’è che a crederci sono parecchi. “Il primo corso di progettazione, costruzione e pilotaggio di Apr è arrivato alla metà del proprio svolgimento – sempre lui – I docenti hanno effettuato dei test sui quasi 200 partecipanti, raccogliendo segnali entusiasmanti. Ovviamente sono stati raccolti anche pochissimi voti negativi su alcuni argomenti, che sono stati ripresi e approfonditi con maggior cura e dettaglio”. Che se ti casca il drone son dolori.
E questa è la storia. Per quanto riguarda il futuro invece, staremo a vedere. Per adesso parrebbe che ‘sti così volano alto.