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Scuderie di Sallupara, adesso si galoppa

Consegnati i lavori: in 8 mesi saranno recuperate e diventeranno un centro per i giovani

Gli assessori Ciambella e Ricci e Aldo Perugi

Gli assessori Ciambella e Ricci e Aldo Perugi

Nacquero come scuderie, volute da Giulio II, il papa guerriero, che le commissionò addirittura a Donato Bramante, il Renzo Piano dell’epoca (absit iniuria verbis). Qui stavano i cavalli delle truppe pontificie, e infatti sotto ci sono ancora i canali per lo scolo dell’acqua e dei liquami. Fu anche una galera: uomini tenuti come cavalli, o forse peggio. Poi, nel 1944, altri uomini distrussero tutto, con le loro bombe lanciate dal cielo. Guerre e abbandoni, fasti e lutti, e macerie e poi rifiuti, la mondezza che gli abitanti dei quartieri qui intorno – San Faustino, piazza della Rocca – depositavano. Ci venivano pure a giocare i bambini, a perdersi tra le mura antiche e le erbacce, come in un castello scozzese, come in un villaggio abbandonato del West.

Magari veniva a giocarci anche Giulio Marini, che da piccolo abitava da queste

La parte esterna in piazza Sallupara

La parte esterna in piazza Sallupara

parti, che nel 2012, da sindaco, acquistò le scuderie dal demanio militare e che oggi è qui a godersi l’ultima salita prima dell’arrivo. O magari anche Alvaro Ricci, che oggi da assessore ha l’onore di consegnare i lavori alla ditta Ciorba, che entro otto mesi (così dicono i termini) riporterà alla vita la struttura, la riconsegnerà alla città in una veste nuova e fruibile, ma senza dimenticare la storia, le storie, del luogo. “Sono emozionato – dice l’assessore corsaro – perché prima di oggi qui non ero mai entrato”. Neanche l’assessora che c’era prima, verrebbe da dire. Ma no, niente cattiverie: oggi è un giorno di auspici finalmente concreti. La consegna dei lavori arriva otto giorni prima della scadenza. La ditta Ciorba è una garanzia – la guida Ombretta, la figlia del grande Alberto, uno che aveva nel cuore i monumenti della città -, la Carivit e l’omonima fondazione ci hanno messo i soldi. “Chiesi 500mila euro – racconta Aldo Perugi, ex presidente – ma fu Corrado Passera in persona, allora a capo di Unicredit, ad alzare la posta ad un milione di euro, non appena capì l’importanza del luogo, e della firma del Bramante”. Dopo di lui Cordelli, e Brutti, hanno continuato a credere al progetto.

Il muro esterno e il colonnato

Il muro esterno e il colonnato

Un milione di euro, allora, con un ribasso di 206mila euro (“Che utilizzeremo per implementare gli interventi”, dice Ricci) e otto mesi per fare tutto, dopo che il progetto rischiava seriamente di arenarsi per i soliti intoppi burocratici. Ottocento metri quadri di edificio, seicento al coperto. La bonifica dell’area è già stata fatta. Ora si comincerà a mettere in sicurezza la struttura, poi il consolidamento delle mura e delle colonne, quindi il recupero dei locali. Il colonnato sarà scoperto, una sorta di viale d’ingresso monumentale, poi l’area coperta, col tetto in cocci di pietra che verrà costruito altrove e “appoggiato” delicatamente a lavori compiuti. Dentro, un’area d’aggregazione per i giovani, “e possibilmente gestito dai giovani”, si raccomanda Perugi.

“Consegniamo i lavori in anticipo – dice Ricci – La Carivit è stata fondamentale perla progettazione e il finanziamento dell’opera, così vanno riconosciuti i meriti della precedente amministrazione, che ha avviato l’operazione: noi siamo per dare continuità alle cose buone per la città”. Il merito ce l’ha anche Ricci – ma lui non l’ammetterebbe mai – e i suoi collaboratori degli uffici comunali: tra progetto Plus, Sallupara, e Infomobilità le cose sotto la regìa del Corsaro sembrano aver preso un’altra piega, e un’altra velocità.

L'antico sistema di scolo

L’antico sistema di scolo

Arriva l’assessore al patrimonio Ciambella: “C’era stato scetticismo intorno alle nostre capacità di far partire i lavori, eccolo smentito: il cantiere è aperto”. Arriva anche il sindaco, in ritardo tra una conferenza e l’altra. Si può brindare, si può far scattare il cronometro in attesa che le scuderie di un tempo diventino una fabbrica libera per le idee della Viterbo del futuro.

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