“Rinnovato il contratto collettivo nazionale per tre milioni di lavoratori del terziario, della distribuzione e dei servizi. Il rinnovo è stato sottoscritto tra la Confcommercio e le Federazioni di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs”. A renderlo noto è Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil Viterbo.
“I lavoratori – prosegue Turchetti – potranno contare su un incremento medio complessivo di oltre 1800 euro per il periodo di durata del nuovo contratto. Il rinnovo riguarda circa tre milioni di lavoratori dipendenti. Il contratto, che avrà decorrenza fino al 31 dicembre 2017, prevede un incremento salariale di 85 euro lordi a regime per il IV livello di inquadramento su 14 mensilità. Sono state inoltre aggiornate – sottolinea Giancarlo Turchetti – le tematiche relative all’orario di lavoro, ai regimi di flessibilità e al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai contratti a tempo determinato, così come alla classificazione, soprattutto per il comparto delle aziende di informatica e telecomunicazioni”.
Soddisfatto del risultato il segretario generale della UilTuCS, Brunetto Boco. “Si tratta – ha detto – di un traguardo difficile e complesso che è stato raggiunto grazie alla determinazione del sindacato a utilizzare tutti i margini di manovra offerti dalla congiuntura per portare a casa il miglior beneficio possibile per i lavoratori. Il significato di questo rinnovo – ha poi osservato – va ben oltre il contingente. Dopo anni e anni di crisi e di recessione, pagati a caro prezzo dai lavoratori del terziario e del commercio, riusciamo finalmente a dare un segnale di inversione di tendenza. Il contratto non è più un miraggio, come accade purtroppo in tanti altri settori, ma una conquista tangibile, che non solo riconosce economicamente l’apporto delle donne e degli uomini di un ambito strategico dell’economia italiana, ma può dare utilmente e efficacemente impulso e forza alla ripresa del Paese. È con questo stesso spirito – ha concluso Boco – che ora ci apprestiamo a fare tutta la nostra parte, anche con lo sciopero proclamato per il 15 aprile, per chiudere nella maniera più proficua anche il contratto del turismo e, per questa via, mettere a punto le condizioni basilari per il rilancio di un comparto vitale per l’Italia”.