La corsa degli spartani l’hanno inventata gli americani e si disputerà sabato a Orte. Della serie: storia e geografia vanno allegramente a farsi benedire. Ma attenzione, perché qui la retorica classica (Erodoto, Tucidide) e quella hollywodiana (“300”, film dimenticabilissimo) c’entrano poco o niente. Qui si fatica per davvero, e alla fine chi arriva sano e salvo – e non molla, non s’arrende – ha già vinto la sfida con se stesso.
Spartan race, allora, un 25 aprile diverso, faticoso, esaltante, con la perenne battaglia tra uomo e limite, volontà e natura, adrenalina contro acido lattico. Due percorsi da affrontare: uno da 7 chilometri, definito sinistramente “sprint”, e l’altro da 13, chiamato “super”. Come se no bastasse, entrambi i tracciati conterranno ostacoli di diversa fattura (corde, pareti da scalare, fossati), rispettivamente 21 e 28. Si parte dalle 9 di sabato, in località Petignano – la zona industriale di Orte – a batterie di duecento partecipanti alla volta, una ogni quarto d’ora. La mattina la super, il pomeriggio la sprint, in mezzo anche una gara per bambini, divisi per fasce d’età dai quattro anni in su.
Questa la formula, nata e registrata nel 2009 negli Stati uniti, approdata in Europa dal 2012, dotata di un vero circuito mondiale con tanto di ranking dei concorrenti e un fanatismo che spinge masse di atleti – che nella vita fanno magari i manager o gli avvocati – a spostarsi per il pianeta a caccia di Spartan. E con la prospettiva di diventare una vera e propria disciplina riconosciuta.
Stavolta tocca ad Orte, dopo le due esperienze dello scorso anno a Roma (Foro italico) e Milano (in centro). Perché Orte? Intanto perché l’amministrazione guidata dal sindaco Moreno Polo ci ha creduto dallo scorso novembre, quando la delegata al Turismo Silvia Pallini si mise in contatto con l’organizzazione europea. “E poi perché vogliamo provare una collocazione diversa rispetto al quella strettamente urbana – spiega una dei responsabili, Giulia Zomegnan – Orte in questo caso è l’ideale: c’è la campagna, e naturalmente c’è il Tevere, che i concorrenti dovranno attraversare”. Anche se sulla conformazione dei percorsi – ispirati comunque al delicatissimo addestramento dei Marines statunitensi – si mantiene il più stretto riserbo. Dice Olivier Castello, un altro dell’organizzazione: “Non bisogna essere preparati soltanto fisicamente, ma anche mentalmente. Perché sono meno chilometri di una maratona, ma con gli ostacoli”. E il fango, e gli arbusti. All’arrivo, comunque, una bella spruzzata d’acqua gelata (solo tubi: niente docce) per ritemprarsi e darsi una sciacquata.
E veniamo ai numeri. Per ora siamo a quota 3700 iscritti: ci si può segnare on line fino a stasera e poi, direttamente sabato, prima della partenza e dunque il numero crescerà. C’è gente da tutto il mondo: un centinaio di americani, altrettanti canadesi, spagnoli e portoghesi, in molti anche dall’Europa dell’est, senza dimenticare due neozelandesi, che in quanto a chilometri percorsi (in aereo) hanno già vinto. Per Orte si profila il pienone, considerato anche che ogni iscritto avrà un accompagnatore che lo può aiutare e/o soccorrere. Perciò la macchina organizzativa è vasta, e operativa già da gennaio. Dalla scorsa settimana una trentina di operai sta sistemando il percorso, ostacoli compresi. Ci sarà un villaggio di accoglienza, per gli sponsor internazionali (a partire da Reebok) e per quelli locali, con attività di ristorazione e commerciali e delle associazioni ortane che hanno collaborato. Musica e deejay per caricarsi o smaltire la fatica. Centosettanta i volontari spalmati lungo il percorso: sono loro gli unici autorizzati a parlare con gli spartani in gara. Settanta gli uomini della Croce rossa che garantiranno l’assistenza medica, con sei ambulanze e altrettante squadre a piedi, mezzi per terreni impervi e sommozzatori: “Anche se – specifica la Zomegnan – la cosa più grave che è capitata a Milano è stata una caviglia slogata”.
Non solo sport, comunque. Nel centro storico di Orte (chiuso al traffico e libero dalle auto per tutta la giornata di sabato), un ostacolo sarà allestito in piazza per tutti quelli che vorranno cimentarsi. E ancora: musei aperti, la Orte sotterranea pure, lo spettacolo degli sbandieratori. Per spartani, ateniesi, persiani, neozelandesi e per chiunque voglia approfittarne.