Sel è l’ultima a consegnare la lista per le prossime elezioni provinciali: nessun candidato presidente, nessun appoggio ai candidati ufficiali e come motto “Ricominciamo a far politica da sinistra”. Che non è proprio il massimo dell’appeal e della novità, ma almeno ha il pregio di identificare un’idea politica. Piuttosto viene da chiedersi come mai non sia stato inserito in lista il consigliere comunale viterbese Paolo Moricoli. Magari per evitare di metterlo in difficoltà con la maggioranza di Palazzo dei priori della quale, fino a prova contraria, fa tuttora parte.
E per restare nelle denominazioni ufficiali, non è che il Pd abbia brillato per fantasia: la lista di appoggio a al sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola si chiama semplicemente Partito democratico. Così, tanto per evitare inutili confusioni.
Assolutamente da non perdere il nome scelto dalla lista di centrodestra che fa capo a Piero Camilli (sindaco di Grotte di castro) e Sandrino Aquilani (sindaco di Vetralla): “Le ali della libertà”. Che non è proprio una novità: è un film del ’94 con Tim Robbins e lo straordinario Morgan Freeman. Anche loro, che rappresentano la parte dissenziente del centrodestra ufficiale, non appoggiano alcun candidato alla presidenza e puntano solo ad eleggere qualche consigliere.
“Centrodestra unito” è la scelta di Forza Italia, Ncd e Fratelli d’Italia. Una speranza più che una realtà, visto che l’unità (auspicata e ritenuta l’elemento pregnante di questa anomala consultazione elettorale) è andata presto a farsi benedire. L’Ucd non ci sta, la Lega idem e gli azzurri spaccati che più spaccati non si può sono l’immagine del disfacimento della componente moderata. E tutto per un’elezione persa in partenza. Ci sarà da lavorare, e tanto pure, per rimettere in piedi una coalizione competitiva.
Chiude “Moderati e riformisti – Cambia la Tuscia”, la lista civica per Mazzola che tenta di ripercorrere la strada di Oltre le mura, rivelatasi produttiva in occasione dell’elezione di Leonardo Michelini. Dentro ci stanno Livio Treta e Maurizio Tofani, consiglierei comunali viterbesi, e anche il sindaco di Fabrica di Roma Mario Scarnati, che viene segnalato di ispirazione forzitaliota. Mal di pancia e distinguo non sono riusciti a frenare questa presenza. Il motto? Conviene limitarsi a dire che si poteva fare molto meglio.
Nomen omen, dicevano i latini: il nome è un presagio. Ma se questi sono i nomina, allora i presagi non sono granché positivi…