Venti chilometri da Firenze. Lungo l’autostrada. C’è la vicesindaco di Viterbo, in viaggio per altre faccende a Bologna. C’è la solita lunga teoria di Tir, sulla corsia più lenta. E poi ci sono quei due Tir, quelli che stanno portando la Macchina di Santa Rosa a Milano, all’Expo. Sono fermi in un’area di sosta dell’A1, le macchine li sfilano e magari non ci fanno caso, ma per una viterbese come Luisa Ciambella è impossibile non accorgersi di quel trasporto. Eccezionale veramente, tant’è che verrebbe da pensare che potrebbe essere di buon auspicio per Fiore del cielo, per l’immagine di Viterbo, e magari per tutto l’Expo.
Un incontro fortuito, ed emozionante per la stessa vicesindaco: “Me ne sono accorta all’improvviso, mentre li stavamo sorpassando – racconta a Viterbopost – e subito ci siamo fermati al primo autogrill. Mi sono piazzata su un’aiuola ai margini della carreggiata e ho scattato delle fotografie. Ora sto ritornando in direzione sud, a Viterbo, e spero di rincontrarla”. Anche perché i due semiarticolati sono costretti alla sosta fino a sera, a causa del blocco imposti ai mezzi straordinari. Stanotte completeranno l’ultimo tratto (circa 250 chilometri) prima di entrare nell’area Expo di Rho-Pero e di raggiungere finalmente il padiglione di Eataly, dove il prezioso carico verrà depositato, e le varie parti verranno assemblate. Senza troppa fretta, visto che la costruzione di Fiore del cielo è diventata di routine, dopo sei anni di “smonta e rimonta” e che al 1 maggio mancano ancora diversi giorni.
A Milano ci sarà anche l’assessore all’Expo Giacomo Barelli, che ha preparato questa missione con cura da mesi e che lunedì sera era – insieme al sindaco, alla ditta Ciorba che cura il montaggio e ad altri – fuori dal capannone di Rocchetti, sulla Tuscanese, per la partenza del convoglio. E lo stesso Barelli, in quel momento, ha twittato il suo “grazie” anche a Vittorio Sgarbi, curatore del padiglione e anch’egli artefice – insieme al patron di Eataly Oscar Farinetti – dell’operazione. A proposito: l’altra sera è stato acceso per la prima volta l’Albero della vita, la creazione di Marco Balich, il torinese che ha firmato le cerimonie d’apertura di tante Olimpiadi e Mondiali di calcio e che ora ha curato anche l’allestimento scenografico di Expo. L’albero sarà pure bello, ma un po’ troppo appariscente per i nostri gusti. Aspettiamo di vedere il Fiore (del cielo), illuminato in tutta la sua tradizione secolare. Poi ne riparliamo.