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Mirto e pecorini: Sardegna in piazza fa il pieno

A piazza della Rocca grande successo per gli stand di prodotti dell'isola

I formaggi

I formaggi

L’enogastronomia è uno dei mezzi migliori per valorizzare e diffondere l’immagine di un territorio. Lo sanno bene i fratelli Malduca di Pattada – paese di tremila anime in provincia di Sassari – ideatori di “Sardegna in piazza”, la manifestazione che il weekend appena passato ha portato i colori e i sapori dell’isola nel cuore della città dei papi, a piazza della Rocca.

A far da fil rouge e a condurre i visitatori alla scoperta della seconda isola più grande del Mediterraneo è stato il gusto per la tradizione gastronomica e l’eccellenza dei prodotti che hanno rispecchiato la doppia natura della Sardegna: quella dedita al mare e quella legata all’antica tradizione della pastorizia. Grazie alla posizione geografica

Il mirto e i mieli

Il mirto e i mieli

dell’isola, infatti, compresa tra il mare, le lagune pescose e i rilievi dell’interno, gli ingredienti tipici della cucina sono molto diversi ma nello stesso tempo semplici e naturali: dalla bottarga di muggine alla polpa di ricci, dal pane carasau al mirto, dagli affettati al torrone, passando per il miele. Non sono mancati i formaggi, punta di diamante della tradizione culinaria sarda: oltre ai tradizionali pecorini si potevano assaggiare – e portare a casa – formaggi freschi e il Fiore sardo di Gavoi, presidio Slow Food, una vera delizia per il palato. Ad accompagnare le specialità gastronomiche, un’ampia scelta di vini, fra cui il Cannonau, il Vermentino e il Turriga, un vino rosso ottenuto da uve cannonau, carignano, bovale sardo e malvasia nera che nel 2014 si é piazzato quinto nella top 50 del Best italian wine awards.

La birra

La birra

Per essere catapultati in Sardegna è bastato avvicinarsi ai due stand mangerecci, dove i due cuochi hanno preparato maialetto arrosto, patate, salsicce, fregola (una pasta di semola molto simile al cous cous in versione israeliana) condita con i frutti di mare, panini e seadas, il tutto innaffiato con vino e birra rigorosamente Ichnusa e sotto l’ombra delle immancabili bandiere con i quattro mori. Giusto per mantenere le tradizioni.

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