“So’ maremmano, le campagne elettorali le sento. E non fate quelle facce, non siate mosci, non si va in giro a chiedere voti con questi musi. Dobbiamo vincere”. Metti un pomeriggio di primavera alla terme (dei papi): relax, gente in accappatoio, le esalazioni sulfuree che stordiscono un po’ ma non abbastanza.
Un gruppo di amici: c’è quello che parla bene ma parla sempre, e alla fine viene a noia, ed è il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Intorno a lui, gli amici fedeli, per esempio i consiglieri regionali del Pd espressi dalla Tuscia, Enrico Panunzi e Riccardo Valentini. E poi c’è lui, il vulcanico, il sopra le righe, il compagnone che parla a voce alta, stacca il microfono dall’asta per muoversi libero, manco fosse un karaoke, e non risparmia battute. Lui è Mauro Mazzola, il candidato di centrosinistra alla presidenza della Provincia (si vota il 3 maggio, sono elezioni di secondo livello: alle urne sindaci, consiglieri comunali e consiglieri provinciali uscenti). Favoritissimo per la vittoria finale, eppure carico a pallettoni, come quei vecchi briganti che maramaldeggiavano per le sue terre oltre un secolo fa.
E’ Mazzola la sorpresa di questa presentazione ufficiale della lista Pd alle Terme dei papi. Il resto è il solito panorama, la solita platea, con tanti sindaci, consiglieri, amministratori e portaborse, coi candidati in prima fila. E anche il trucchetto ormai sputtanatissimo di mettere l’hashtag come titolo (#hoacuore una nuova provincia) svecchia poco, o nulla. Così come ristagna il temutissimo Discorso Introduttivo del segretario provinciale Andrea Egidi. Che comunque non risparmia messaggi trasversali agli “alleati” (virgolette d’obbligo) della lista civica d’ispirazione fioroniana-micheliniana: “Prima si vota per il presidente – scandisce Egidi – poi la lista e solo dopo per le preferenze”. Riferimento a quelle candidature strategiche piazzate intorno ai candidati forti del Pd dai civici: vedi Civita Castellana e dintorni, dove la caccia a (battere) Angelelli è quasi dichiarata.
Mazzola il giochino l’ha capito benissimo, anche dal suo osservatorio periferico di Tarquinia: “Non abbiamo già vinto – dice – Dobbiamo sudarcela fino all’ultima scheda. Dobbiamo far scattare i seggi per il Pd ma pure per i civici. E basta di dirci le cose sui giornali, i discorsi si fanno dopo. Si vince e si governa tutti uniti, sennò sono io il primo ad andarmene”. Maurone non risparmia bordate neanche gli avversari di centrodestra: “Saranno in molti a votare per noi, lo so. A proposito: quattro mesi fa sono stato a cena con Bartolacci, mi diceva che l’unico candidato ero io. Eravamo col sindaco di Montalto, quello di Tessennano e il mio vicesindaco. Bartolacci non è credibile: si è dimesso da consigliere provinciale dicendo che doveva pensare al suo paese, poi si è candidato presidente. E poi il vecchio sarei io?” Applausi e risate. Il programma mazzoliano: sicurezza per scuole e strade, precari (ti credo, quelli in bilico li aveva assunti tutti il presidente pd, e quasi omonimo, Mazzoli…) e acqua pubblica. L’assessore regionale Fabio Refrigeri, presente ma morettianamente defilato, avrà preso nota.
Poi tocca a Zingaretti, quello bravo. La prima parte del discorso è qualcosa di precotto ripassato nel microonde. Tanta roba sui massimi sistemi, sulla gente sempre più staccata dalle istituzioni, sulla buona o sulla cattiva politica, sui migranti. Cose così. Poi passa ai risultati ottenuti dalla sua Regione: anche qui, le nostre orecchie hanno già dato, e pure gli annunci più roboanti (“Presto stabilizzeremo 600 precari della sanità in tutto il Lazio”) alla fine stuccano. Due accenni alla Tuscia, e alle cose per cui era stato invitato. “Chi porta cattiva politica resterà staccato dal processo di cambiamento. Vale anche per Viterbo”, “Sono appena tornato da Tarquinia dove nell’ex pomodorificio abbiamo inaugurato la cittadella della sicurezza, con Protezione civile, vigili del fuoco, 118 e un’azienda agricola per i giovani”. E ancora, su Mazzola: “Ha la forza per essere credibile, anche perché da amministratore ha dimostrato di difendere il suo territorio mettendoci la faccia, pure contro Zingaretti”. Che poi sarebbe lui.
Oggi, alle 12.30 da Schenardi, Mazzola sarà alla presentazione della lista civica che lo sostiene. Speriamo che conceda il bis, perché in questa pallosissima campagna elettorale, uno che fa Tarzan serve come il pane.