La sensazione diffusa era che, talvolta, le commissioni consiliari lavorassero poco e e anche male. Riunioni nelle quali si decide poco o nulla; lungaggini; assenza degli assessori o dei dirigenti di settori e quindi impossibilità di avere risposte o almeno un dialogo: tutti temi sollevati, e neppure a bassa voce, da diversi consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione. Per mettere fine a questa situazione che rischiava di impantanare la macchina amministrativa di Palazzo dei priori, la presidente dell’assise consiliare Maria Rita De Alexandris ha convocato ieri pomeriggio i cinque presidenti di commissione per un incontro con un unico obiettivo: “semplificare la vita a tutti”, secondo l’espressione usata dalla stessa De Alexandris. E dunque Martina Minchella, Melissa Mongiardo, Goffredo Taborri, Livio Treta e Alessandra Troncarelli (citati in rigoroso ordine alfabetico) si sono ritrovati intorno ad un tavolo per verificare come e dove intervenire per snellire i lavori e renderli più produttivi e utili allo stesso Consiglio comunale e dunque ai cittadini tutti.
“E’ una iniziativa assolutamente normale e che nasconde alcun fine recondito se non quello di operare in armonia per il bene dell’istituzione e dei viterbesi – commenta Rita De Alexandris -. Non ci trovo nulla di strano o di particolare. Rientra nei miei poteri agire in questa direzione e cerco di farlo nel miglior possibile”.
“Peraltro – aggiunge la presidente – prima che fossi eletta, in quanto capogruppo partecipavo ai lavori di tutte le commissioni (anche se avevo diritto di voto solo nella prima) e mi sono potuta rendere conto che esistono delle difficoltà oggettive. Se tutti insieme possiamo intervenire per fare di più e meglio, non ci trovo nulla di eclatante, anzi è un nostro preciso dovere farlo. La collaborazione con tutte le forze politiche presenti in Consiglio (sia di maggioranza che di opposizione) è un fattore decisivo e io che ho un ruolo di garanzia nei confronti di ogni singolo consigliere mi adopero al meglio delle mie possibilità”.
La lettura della convocazione di un simile incontro è dunque minimalista da parte di chi siede sullo scranno più alto della Sala d’Ercole: nessun retropensiero (che pure era stato ipotizzato nel senso di una tirata d’orecchi per snellire i lavori e produrre di più) e nessuna voglia di protagonismo. Solo un imperativo: tutti al lavoro ogni giorno e seriamente per rispondere con sollecitudine alle istanze e alle necessità dei cittadini. Tutto qui. E non è poco.