Lavoro e ammortizzatori sociali: lavoratrici e lavoratori stagionali di importanti settori produttivi ed economici – innanzitutto turismo e alimentare – saranno le prime vittime delle riforme del Governo. A causa infatti del Jobs Act, la Naspi (nuova Aspi) sarà calcolata in modo tale (la metà delle settimane di contribuzione versate) che ci sarà un danno grave sia per la parte economica che per i contributi utili alla pensione.
Lavoratrici e lavoratori che da anni operano come “stagionali” riuscivano a integrare la loro retribuzione da lavoro con un sussidio (aspi e mini aspi) che consentiva loro di avere un decoroso reddito e, soprattutto, una decente pensione alla fine della loro carriera. Ora rischiano che non sia più così. Nel 2014, sono state inoltre presentate oltre 1,5 milioni di domande di aspi e, quindi, il bacino di lavoratori potenzialmente colpito dalla “riforma” è molto ampio tenendo conto che la durata media dell’indennità è di circa 184 giornate, mentre gli stagionali sono 355 mila, con una retribuzione media complessiva di 7.372 euro, 107 giornate lavorative.