Da Simonetta Badini, esponente di Italia Unica, riceviamo e pubblichiamo:
In questi giorni il trailer della “commedia”in atto per la nomina del Presidente della Provincia occupa tutte le copertine della stampa locale. Il rinnovo di una compagine che, nella logica di una plausibile riforma, avrebbe dovuto essere soppressa ma che invece si ripropone nella sua nuova veste, ancor più indefinita e del tutto avulsa dal concetto di democrazia rappresentativa. Assistiamo e leggiamo con disarmante distacco la corsa affannosadegli amministratori della Tuscia, pronti a porsi sotto l’egida dell’uno o dell’altro potere politico solo per riconoscimenti di appartenenza, che nulla hanno a che fare con la missione più alta dei ruoli che rivestono. Neppure tra le righe dei lunghi comunicati stampa apparsi sui media, infatti, si è percepito un benché minimo accenno al programma di sviluppo degli schieramenti in competizione per il futuro prospettico di questa provincia. Il fine della loro stessa identità cade nel dimenticatoio, sopraffatto dai giochi di parte che privilegiano il potere per il potere in un paradigma distorto dell’idea di politica, dove il mezzo diventa l’obiettivo stesso per cui adoprarsi.
Alla base di questo sbandamento e “delirio istituzionale” vi è il mancato coraggio di attuare riforme vere.
Si dovevano abolire le Province, ma sono ancora lì con tutti i relativi costi. Al Senato hanno lasciato poteri molto vasti mentre i tagli sostanziali non sono stati apportati.
Il nostro presidente Corrado Passera sta lanciando accorati appelli per fermare le “controriforme” renziane e la deriva autoritaria in atto.
Attenzione particolare è rivolta all’indecenza della legge elettorale, l’Italicum, che prevede la costituzione di un Parlamento di quasi solo nominati, con un forte e pericoloso accentramento del potere nel partito di maggioranza, attraverso un premio elettorale abnorme che darebbe vita a un sistema presidenziale senza i fondamentali contrappesi democratici. Di pari passo si sta articolando una riforma del Senato che relega l’istituzione nelle mani dei consigli regionali. Mentre i cittadini sono completamente irrilevanti nelle scelte dei propri rappresentanti e sempre più emarginati dalla politica.
I cittadini dunque sempre più allontanati dalla vita politica e costretti a subire imposizioni “top-down”, risultato di una revisione del sistema politico-istituzionale che li espropria dalla partecipazione e dal confronto, essenze fondamentali di una democrazia sana ed evoluta.
Estromessi allora anche dalla “farsa” del rinnovo della presidenza e del consiglio della Provincia dove i protagonisti sono figure senza più anima rappresentativa che rispondono esclusivamente ai poteri politici di riferimento, recitando la loro parte davanti a un pubblico inerme e “silenziato”.
Un assordante frastuono di insulti e contrasti personalistici si propagano tra le splendide colline di una provincia costretta a occupare sempre le ultime posizioni nelle classifiche nazionali della crescita e dello sviluppo. E, mentre gli attori di quella “farsa” continuano ad andare in scena davanti alla platea disarmata di un territorio dal destino tracciato, leggiamo che tra le grandi opere del DEF le priorità infrastrutturali della Tuscia non sembrano rientrare, nella totale indifferenza della politica.
Simonetta Badini
Italia Unica Tuscia