Fa bene all’ambiente. Fa bene alle casse pubbliche. E’ altamente positivo per la vivibilità di una struttura dove si vive per diverse ore al giorno. Si parla di una scuola, il liceo scientifico Ruffini (uno degli istituti storici di Viterbo)
e di un progetto pensato e realizzato dagli allievi delle quarte. ragazzi, insomma, ormai alle soglie del diploma. L’obiettivo è la trasformazione dell’edificio scolastico (non proprio nuovo di zecca, anzi piuttosto acciaccato e malandato) in una struttura ad impatto zero. Il progetto si chiama nZEB (nearly Zero Energy Building) ed è stato portato avanti grazie alla collaborazione con il Network per il Lazio Casa Clima, con il sostegno della Provincia e del Comune di Viterbo, oltre che dell’Ordine degli Ingegneri e degli Architetti della città, e sponsorizzato da Confcooperative assieme alla Banca di Credito Cooperativo.
E’ opportuno a questo punto andare sul concreto. Gli studenti del Ruffini hanno realizzato in questi mesi un lavoro certosino di analisi della dispersione energetica del loro edificio scolastico ed hanno individuato alcune possibili soluzioni. Con la caratteristica di essere economicamente sostenibili e di produrre effetti reali sul miglioramento della qualità della vita all’interno della scuola. E allora innanzitutto lampadine a led, ma anche termoregolatori e scollegamento delle apparecchiature in stand by in applicazione del Protocollo Casa Clima. Tutto è stato reso possibile grazie alla collaborazione di ingegneri e architetti, ben consci delle difficoltà derivanti dalla natura storica dello stabile considerato. Il prodotto finale riesce a coniugare risparmio e benessere residenziale, indicando quello standard energetico che segna un’ottimale qualità della vita.
“E’ uno studio particolarmente importante – sottolinea il presidente della Provincia Marcello Meroi -. Per una volta, i ragazzi sono usciti dai banchi di scuola passando da fruitori a ricercatori e gettando le basi per una vera e propria educazione e cultura ambientale, oltre che di partecipazione per ciò che servirà soprattutto alle generazioni future”. VA ricordato che l’edilizia scolastica degli istituti di istruzione superiore è e restera (anche dopo la riforma Delrio) una competenza dell’ente di palazzo Gentili.
“Siamo stati coinvolti in questo splendido progetto casualmente – aggiunge Bruna Rossetti, presidente di Confcooperative Viterbo – ma siamo molto felici di averlo supportato, perché ammiriamo il lavoro fatto dai ragazzi e crediamo nella possibilità concreta di realizzare edifici scolastici efficienti da un punto di vista energetico, specie in un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui dobbiamo fare bene e risparmiare tanto”. La presidente coglie anche l’occasione per lanciare una proposta: “All’interno della nostra associazione di categoria, abbiamo diversi servizi e possiamo lavorare insieme sia per comunicare ciò che avete già fatto o che vorrete ancora fare, attraverso la nostra web radio, Radiocoop76, sia per rendere effettive altre tipologie di progettualità. Penso, in particolare, all’utilizzo della cooperazione scolastica per conoscere e saper creare uno strumento d’impresa semplice, abbordabile, ma soprattutto tangibile. Il nostro sogno è sul territorio, perché la scuola è frontale ma deve essere, come in questo caso, anche sperimentale”.