16112024Headline:

I migranti con l’Arci per dire basta alle stragi

In piazza del Comune la mobilitazione per fermare (civilmente) le tragedie in mare

La mobilitazione di ieri a piazza del Comune

La mobilitazione di ieri a piazza del Comune

Alcuni di loro sono arrivati appena da qualche giorno. “Immaginate quanto siano scossi per ciò che è successo sabato al largo della Libia”, dice un’operatrice. No, non possiamo immaginare, nonostante gli sforzi: perché le stragi del mare, i naufragi e i lutti sembrano troppo lontani, da questo pomeriggio di primavera in piazza del Comune.

migranti (4)La mobilitazione generale indetta dall’Arci a livello nazionale ha smosso anche un centinaio di viterbesi – apatici e insensibili a certi temi per definizione – che ieri pomeriggio si sono ritrovati sotto Comune e prefettura. Lo slogan della manifestazione era chiaro: “Fermare la strage. Subito!”. E alla luce dell’ultima ecatombe – quella di sabato notte appunto – l’imperativo assume carattere di urgenza. Insieme al presidente dell’Arci locale Marco Trulli, agli associati, agli attivisti, c’erano anche un paio d’amministratori comunali (entrambi di Sel: l’assessore Raffaella Valeri e il consigliere Paolo Moricoli), cittadini, famiglie, e una rappresentanza di migranti. Quelli attualmente ospitati dallo Sprar, il sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifrugiati. “Sono dislocati in vari centri della Tuscia – dice un’operatrice – Da Acquapendente a Celleno, da Bassano Romano ad Oriolo, da Corchiano a Gallese, oltre naturalmente al capoluogo. Da dove vengono? Dai Paesi che si sentono nominare, purtroppo, nei telegiornali: Nigeria, Mali, Ghana, Mauritania. Ma ci sono anche asiatici, dalla Siria al Pakistan”. La Sprar si occupa anche dei nuclei familiari, anche se in piazza sono arrivati soltanto le persone sole, che non hanno troppe incombenze logistiche. Senza dimenticare le altre realtà che operano sul territorio viterbese.

migranti (5)“Alcuni di loro sono arrivati pochi giorni fa. Le procedure di smistamento sull’intero territorio nazionale si sono velocizzate proprio a causa dell’emergenza che stanno vivendo in Sicilia”, spiegano sempre gli addetti ai lavori.

I ragazzi – c’è anche qualche bella ragazza – stanno un po’ in disparte. Chiacchierano, giocano con i bambini. E’ importante, per loro, esserci: scampati da una possibile tragedia, ora sperano che nessuno dei loro fratelli, connazionali, esseri umani abbiano mai più a rischiare di fermare la fuga da guerra, epidemie, povertà, a causa di un barcone insicuro, di un trafficante assassino, di un aiuto che non aiuta. I viterbesi civili sono qui, al loro fianco.

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