Allora, uno si fa il mazzo. Cerca di fare il giornalista, per quanto sia possibile coi mezzi intellettuali – limitatissimi, sia chiaro – che possiede. Cerca notizie, spunti, retroscena, approfondimenti. Pubblica tutto. Rinunciando alle feste comandate (voto 2, siamo laici), alle amicizie (voto 5.5), agli amori (voto 6), persino alle orge e ai festini (voto 10). Ad un certo punto è talmente stanco, il martire, che vede le lettere sovrapporsi, le frasi annebbiarsi, le parole confondersi, il tutto senza neanche aver sorseggiato il Macallan di fiducia, voto 11. Il giorno dopo si desta sul tardi, stanco e rinco, eppure ancora ostinatamente animato dal Sacro Fuoco (del giornalismo, non di Sant’Antonio, voto 0). Si va a leggere i commenti in calce al pezzo e rischia di morire.
Già, i commenti. La malattia, il virus, l’Ebola (voto 3) del giornalismo on line. Maledetti commenti bastardi, specchio del popolo, dei tempi, del degrado mentale che ora, col fatto che hanno chiuso i manicomi normali e anche i criminali, sta dilagando di brutto, senza dighe né barriere. Altro che Isis (voto 7, di stima): questi so’ molto peggio.
Perché la maggior parte delle volte i commenti sono inutili. Stupidi. Pedanti. Arroganti. Irritanti. Ottusi. Partoriti da menti così malate che si credono persino brillanti. Digitati, viene da immaginare, su tastiere unte di nutella e gel per capelli, voto 4.5.
D’altronde se n’è parlato in settimana anche al festival del giornalismo di Perugia (voto 9). C’è chi li ha tolti dal proprio sito (è il caso di alcuni giornaloni americani), chi paga una legione di moderatori per verificare ogni intervento e semmai censurarlo, e chi, come il Post in Italia, ha dato una svolta netta alla policy del sito, decidendo di pubblicare soltanto i pensieri più acuti e interessanti.
Nel suo piccolo, Viterbopost ci ha anche provato. Commenti aperti e liberi, fin dalla sua fondazione a fine gennaio del 2013, in un giorno radioso per le sorti dell’umanitá. Democrazia, libertà d’espressione e di pensiero, confronto, dibbbbbattito (non nel senso di Nanni Moretti, che comunque resta un mito, voto 9.5). E invece, da allora ad oggi, è stata una delusione continua. Alla faccia anche di quei grandi giornalisti – esempi – che nei decenni scorso ammonivano regolarmente di “non sottovalutare l’intelligenza dei lettori”. Saranno cavoli. A ciascuno i lettori che si merita: ottusi, a volte stalker, benaltristi (“Perché scrivete di questo quando c’è quest’altro problema?” Cavoli nostri, verrebbe da rispondere), cinquestellisti dellapeggior risma, disturbatori digitali, disfattisti, diffamatori patentati (“Come vi permettete di elogiare Tizio, che alle elementari rubò una merendina ad un compagno di classe negro?”). Robaccia del genere.
E insomma: se il livello dei contenuti di un sito è scadente – e quello di Viterbopost è scadentissimo -, ancora peggio saranno i commenti. E’ un emendamento alla legge di Murphy, è la tristezza di queste terre. E sarà pure colpa nostra, ma è pure colpa vostra. Perciò, se noi continueremo pure a scrivere (è il nostro lavoro: ci pagano fior di milioni per farlo), molti di voi, i più deficienti, potrebbero anche astenersi dal commentare. Nessuno ne sentirà la mancanza. E con il tempo che risparmierete potrete dedicarvi alle vostre altre passioni. Voto 10.
Ps: Per la cronaca: i commenti a questo pezzo sono stati preventivamente bloccati. Così, in modo assolutamente democratico. Tie’.