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Cimitero di Grotte, via l’interesse pubblico

Il consiglio comunale revoca la delibera del 2013. Ora tocca al Tar

L'assessore ai Lavori pubblici Alvaro Ricci

L’assessore ai Lavori pubblici Alvaro Ricci

Cimitero di Grotte Santo Stefano, l’interesse pubblico non c’è più e adesso si potrà (forse) procedere alla realizzazione non attraverso project financing – com’era stato stabilito ad aprile del 2013 dal consiglio comunale della vecchia amministrazione Marini – ma con la normale procedura. “E ragionevolmente veder completato il camposanto entro la prima metà del 2016”, come auspica l’assessore ai Lavori pubblici Alvaro Ricci.

Era il giorno in cui bisognava discutere per forza della faccenda, perché il Tar ha chiesto di addivenire ad un atto chiaro da parte di Palazzo dei priori entro maggio, visto che la ditta che aveva partecipato al project financing – la Silve – si è rivolta proprio al tribunale amministrativo per vedere riconosciute le sue ragioni. Ma il Comune è fiducioso che con questo passaggio l’opera si realizzerà ugualmente, in tempi tutto sommato rapidi, e senza troppi rischi legali per lo stesso Comune. A chi – come Santucci e Marini per la minoranza – teme rivalse da parte della stessa Silve, Ricci replica: “Non per questioni contrattuali, semmai per la sola progettazione presentata, si parla di 25mila euro”. Ma in aula il timore resta, anche a causa di altre votazioni precedenti (vedi Cev) che ad oggi pesano su un paio di consiglieri in termini di risarcimenti da versare. Perciò quando si vota la minoranza esce, altri (il grottano Micci, Moltani) non votano.

La storia risale alle ultime fiammate dell’amministrazione Marini, quando fu approvata – non senza dubbi anche allora – la formula del project financing per l’ampliamento del cimitero della frazione, ormai saturo tanto da non poter più accogliere sepolture. In cambio dei lavori, la società aggiudicatrice avrebbe avuto la gestione dell’intero sistema cimiteriale cittadino per 25 anni. “Allora – ammette con fair play Ricci – quella era la soluzione più logica, che non contesto e che infatti vide l’astensione del Pd. Ma poi, con l’arrivo dei nuovi dati sulle cremazioni, che confermarono un aumento clamoroso di questa pratica, fino al 100 per cento rispetto all’anno precedente, e il conseguente introito per le casse comunali, le ragioni di interesse pubblico sono venute a mancare. Perciò questo voto è logico come lo fu quello di due anni fa”. Di mezzo ci fu anche una segnalazione anonima (contro la quale l’amministrazione Michelini ha prodotto un esposto alla Procura) su alcune presunte irregolarità, e il traccheggiare della stessa amministrazione. Fino a ieri, quando la delibera sul project financing è stata ritirata. Ora non resta che attende il pronunciamento del Tar per fine maggio e augurarsi che i consigli legali sui quali si è basato il Comune siano davvero affidabili. Solo così l’ampliamento del cimitero sarà possibile (comunque entro il 2016). Altrimenti la telenovela potrebbe continuare, e magari andare a pescare nelle tasche dei cittadini per rifondere una sconfitta.

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