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Capitale italiana della cultura: le 24 in corsa

Le candidature ufficiali al titolo: grandissime rivali contro la città dei papi

La presentazione della candidatura di Viterbo

La presentazione della candidatura di Viterbo

Che sarebbe stato difficile lo sapevamo, ma non così difficile. Ieri il mistero dei Beni artistici, culturali e del turismo ha ufficializzato le 24 città candidate a capitale italiana della cultura per il 2016 e il 2017. E per Viterbo la concorrenza è spietata, al limite dell’impossibile.

E’ stato lo stesso ministro Dario Franceschini, con un tweet, ad annunciare la lista. Eccola, in rigoroso ordine alfabetico: Agrigento, Anagni, Aquileia, Caltanissetta, Carinola, Como, Ercolano, Foligno, Frascati, Mantova, Modica, Novara, Orvieto-Todi, Parma, Pisa, Pistoia, Selargius, Spoleto, Sulmona, Taranto, Terni, Terracina, Tropea, Viterbo.

La Torre, simbolo di Pisa

La Torre, simbolo di Pisa

Qualcuna di queste già era uscita allo scoperto (come Spoleto, tra le favorite, Taranto e Como), altre sono una sorpresa, segno evidente che hanno lavorato sotto traccia senza farsi troppa pubblicità. Spiccano i grossi calibri, vediamoli nel dettaglio. C’è Agrigento, che può contare sull’effetto Valle dei Templi e magari anche sul fattore Camilleri-commissario Montalbano. Mantova, altra piazza culturalmente significativa (Palazzo Te, il Mantegna, i Gonzaga). Parma, naturalmente, dal Battistero in giù. Per non parlare di Pisa, una delle città italiane più conosciute al mondo, meta di milioni di turisti, che intorno alla Torre ha costruito una realtà importante.

Insomma, vista così la competizione è davvero di altissimo livello, anche se come ha detto Claudio Margottini, coordinatore del comitato promotore viterbese “questa non è una gara a chi ha il monumento più bello, ma tra chi presenta il programma, l’idea, più affascinante”. Speriamo che sia davvero così.

Claudio Margottini, scelto come coordinatore del comitato

Claudio Margottini, scelto come coordinatore del comitato

Entro il 30 aprile la commissione di esperti esterni nominata dal ministero sceglierà dieci città finaliste, che avranno due mesi per preparare un programma definitivo, sulla scia del progetto preliminare già consegnato. Il 30 giugno si sapranno le capitali italiane della cultura per il 2016 e il 2017. Ad occhio, e con tutto il rispetto, certe candidature hanno poche possibilità (Tropea, Sulmona, Terracina, Carinola, comune di meno di diecimila abitanti in provincia di Caserta). Con Orvieto-Todi e Terni sono dei derby sempre affascinanti, anche se culturalmente Viterbo sembra messa meglio dei cugini d’Oltretevere. Una considerazione a margine: oltre alla città dei papi ci sono altre tre rappresentanti del Lazio (Anagni, Frascati e Terracina). S’era detto che la candidatura viterbese fosse stata appoggiata dalla Regione, presidente Zingaretti in primis. Evidentemente non si è riuscito a dissuadere le altre rappresentanti regionali a presentarsi: liberissime di concorrere, per carità, ma così si disperdono soltanto le forze.

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