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“Capitale della cultura: è dura ma c’è fiducia”

Margottini, coordinatore del comitato: "Grande concorrenza, ma conteranno i programmi"

La presentazione della candidatura di Viterbo

La presentazione della candidatura di Viterbo

Claudio Margottini, coordinatore scientifico del comitato per Viterbo capitale italiana della cultura, ha visto le altre 23 città candidate al riconoscimento per il 2016 e il 2017?

“Ho visto”.

S’è spaventato? La concorrenza è spietata.

“Ci sono realtà importanti, non c’è dubbio. Agrigento, Mantova, Parma, Pisa… Piazze importanti anche in termine di dotazioni. Ma credo che i nomi in questo caso contino fino ad un certo punto”.

Non è una gara a chi ha il monumento più bello, disse lei alla presentazione della candidatura.

“Confermo. E non l’ho detto tanto per dirlo. E’ stato il ministero dei Beni artistici e culturali a specificare che saranno i programmi ad essere valutati, e a fare la differenza. Vince chi ha il progetto più affascinante, ambizioso, finanziariamente solido. Comunque, non possiamo sapere cosa contengono le proposte delle nostre rivali”.

E quello di Viterbo, di programma, com’è?

“Abbiamo fatto il massimo. Per il momento abbiamo definito 30 grandi progetti, che riguardano diverse ricchezze culturali e aspetti del nostro territorio. Se dovessimo passare, come ci auguriamo, la prima selezione siamo pronti ad implementare l’offerta con altri eventi”.

Cosa può giocare a nostro favore?

“La qualità delle proposte. Alcune sono davvero di livello internazionale, penso alla mostra sull’arte rinascimentale, con Michelangelo e Raffaello, o al ciclo su Egidio da Viterbo. Roba che esce direttamente dai confini italiani. E le Macchine di Santa Rosa in piazza: immaginate che traino possa essere Fiore del cielo ad Expo per i turisti. E ancora: i percorsi turistici e storici, etruschi, romani, medievali…”

Avevate detto che è qualcosa che resterà alla città.

“Infatti. Si è creata una vera e propria cabina di regìa sulla cultura, sulla scia di quello che si sta facendo a Viterbo da qualche tempo. La cultura è il nostro petrolio”.

Il sindaco Michelini e il ministro Franceschini in Comune un anno fa

Il sindaco Michelini e il ministro Franceschini in Comune un anno fa

Detto da un geologo fa un certo effetto.

“E’ così. La candidatura a capitale italiana ci consente di costruire un modello economico basato sulle nostre ricchezze artistiche e storiche. Non parliamo di una scatola vuota, perché il ministero ci crede e mette sul piatto dei soldi (oltre un milione di euro al vincitore, ndr). E ci hanno creduto altre 23 città in Italia”.

Se ne aspettava di più?

“Sinceramente sì. I comuni italiani sono oltre ottomila. Se avessero partecipato in cento il messaggio sarebbe stato indubbiamente più forte. Come dire: vedete, puntiamo sulla cultura. Ma va bene anche così”.

Un pronostico stile calcistico: passiamo il primo turno ed entriamo nelle dieci finaliste?

“Non mi posso sbilanciare. Perché non ho riferimenti, visto che è la prima volta che si tiene una competizione del genere. Confido nella validità di quello che abbiamo fatto, e nella valutazione della commissione di esperti del ministero”.

Non resta che aspettare il 30 aprile. Con le dita incrociate, perché va bene la cultura, ma ci vuole pure un po’ di scaramanzia.

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