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A Vignanello, basta con la violenza politica

Al consiglio comunale straordinario per difendere la democrazia e le regole

Alessandro Mazzoli al consiglio comunale aperto di Vignanello

Alessandro Mazzoli al consiglio comunale aperto di Vignanello

Sono stati ipotizzati motivi di carattere politico, di odio politico per l’aggressione. Alcuni elementi sono emersi dalle indagini e se confermati saremmo di fronte alla barbarie. Il dibattito politico sta dentro le regole della democrazia, lo scontro deve rispettare la dignità delle persone. Quando si sconfina da queste regole si arriva alla violenza: siamo al passaggio dalla democrazia alla dittature. Se la matrice politica fosse accertata saremmo di fronte ad attacchi fascisti e squadristi. Che a maggior ragione richiedono la capacità delle comunità di reagire con la forza delle regole e col coraggio delle proprie idee, sia per denunciare chi ha commesso questi crimini sia per tenere ferme le bandiere di rispetto, libertà, uguaglianza, civiltà che fanno grande l’Italia e le comunità locali come quella di Vignanello e Vallerano.

I sindaci del comprensorio cimino al consiglio comunale

I sindaci del comprensorio cimino al consiglio comunale

L’altro giorno ho partecipato al consiglio comunale straordinario a Vignanello, indetto dopo l’aggressione del 20 marzo. Presenti il sindaco Vincenzo Grasselli, l’omologo di Vallerano, Maurizio Gregori, quello di Canepina Aldo Moneta col vicesindaco Manuela Benedetti. La partecipazione della cittadinanza è stata molto numerosa.

Questo è il luogo giusto per rispondere a quei fatti gravissimi perché  tutta la comunità deve replicare unita. Il mio pensiero va ai ragazzi aggrediti e alle loro famiglie. A loro esprimo la nostra vicinanza e la garanzia che non saranno mai soli. L’idea per un ragazzo che la sera si possa uscire per cercare svago e che questo invece si trasformi in violenza subita, in atti vergognosi, in un incubo, è qualcosa contro cui tutti dobbiamo ribellarci per ristabilire la civiltà e dire no alle prevaricazioni. Così come penso alle mamme e ai papà che sono chiamati ad andarli a raccogliere in ospedale.

L'aula consigliare piena

L’aula consigliare piena

Siamo di fronte a qualcosa di inaudito: non è la prima volta che accade, anche per questo ancora più inaccettabile. Ogni cittadino ha diritto a una vita sicura. Un pensiero va anche ai titolari del locale in cui la violenza è avvenuta: lì dietro c’è sacrificio e vedersi sporcata un’attività economica in questo modo con un alone di paura è altrettanto da condannare. Non esiste alcuna ragione che giustifichi la violenza. Ho ascolto tentativi di cercare giustificazioni a gesti di questo tipo: le motivazioni non esistono neanche in chi si appella alla gravità della crisi. Nessuno ha diritto di portare violenza ai danni di altri perché vive una situazione di crisi. Chi lo fa è un delinquente e un balordo, non ci sono altre parole per individuare queste figure che vanno punite e isolate, senza paura, avendo fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura.

Questo misto di arroganza, bullismo, rifiuto delle regole non fa figo, non fa bello, non fa modello da seguire, fa schifezza  fa qualcosa da respingere. E’ il simbolo dell’inciviltà. L’obiettivo di questi atti è generare paura e noi dobbiamo respingere questo attacco. Con questi atti si vuole dire che avendo colpito lì possiamo farlo ovunque e contro chiunque. Un messaggio devastante che va respinto da tutte le persone civili e libere. Rifiutare questa cultura malata è la nostra sfida. Conosco queste comunità e so che riusciremo a respingere questi tentativi pericolosi di sovvertire le regole, la convivenza e la democrazia.

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