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A cosa serve la Carta di Milano

L'importanza del documento che verrà firmato durante Expo

Michelini, Valentini e Barelli durante l'incontro in sala Regia sulla Carta di Milano

Michelini, Valentini e Barelli durante l’incontro in sala Regia sulla Carta di Milano

Un ulteriore aumento della temperatura di 3 gradi centigradi farebbe “sciogliere” e scomparire un’isola come la Groenlandia. Un aumento che – se le cose restano come stanno, ossia se la temperatura media globale dovesse continuare a crescere come ha fatto finora – potrebbe verificarsi attorno al 2060. E le conseguenze non riguarderebbero certamente solo i territori a Nord dell’Europa, ma il nostro sistema economico, la nostra società, la nostra vita, ciascuno di noi.

Ne abbiamo parlato l’altro giorno nell’incontro nella Sala Regia di Palazzo dei Priori sui temi della Carta di Milano che, proposta dal governo italiano, verrà firmata dagli Stati del Pianeta durante Expo 2015. Assieme a me, anche il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, e l’assessore comunale allo sviluppo economico, Giacomo Barelli.

La platea in sala

La platea in sala

In Europa se si seguissero le indicazioni della Carta di Milano e si dimezzasse lo spreco alimentare, si otterrebbe un taglio di emissioni inquinanti pari a 250 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre un altro 3% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica si avrebbe se si aumentasse del 10% la superficie verde dell’Unione europea.

I mutamenti climatici sono uno degli aspetti affrontati dalla Carta di Milano. Tra gli obiettivi della Carta – i cui principi verranno fatti propri anche dalla Regione Lazio – ci sono infatti l’abbattimento del 50% entro il 2020 dell’impressionante cifra di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo. Il tutto attraverso campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire dalla filiera agricola. Oltre alla lotta allo spreco, la Carta prevede inoltre impegni precisi anche in merito alla speculazione finanziaria del cibo con l’obiettivo di ridurre i volumi di scambio delle commodities agricole e di trovare un modo per calmierare i prezzi. E proprio la nutrizione sarà un anello fondamentale di questa azione globale.

Riccardo Valentini e Giacomo Barelli

Riccardo Valentini e Giacomo Barelli

Aumentare la produzione agricola non significa necessariamente aumentare la nutrizione. Dobbiamo stare attenti a quello che ci fa veramente bene, a quello che aiuta veramente la nutrizione umana. E su questo fronte la Carta investe sulla ricerca scientifica e l’educazione al consumo alimentare

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