Il cartello, di per sé, sarebbe allarmante: “Causa influenza l’ufficio Viterbo ambiente riaprirà 16 marzo”. E uno dice: cacchio, cosa avrà mai causato questo provvedimento? Una pandemia? Il virus Ebola finalmente arrivato in Europa (sempre troppo tardi)? Il terribile Captain Trips raccontato da Stephen King nel memorabile Ombra dello scorpione? Oppure la classica epidemia di varicella in terza elementare? Vai a capire.
Fatto sta che il cartello in questione ieri circolava parecchio attraverso i social network – un’altra forma di contagio -, corredata da una scritta lugubre (“Sfaceli viterbesi”,ta-ta-ta-tan) e dai soliti commenti scandalizzati. Ma come? La mondezza è uno dei problemi più bastardi della città e lorsignori si permettono anche di prendersi un’influenza? Ma come si permettono? Il vaccino, o la pillola del giorno dopo, non l’avrebbero potuta prendere?
Il mistero è andato avanti finché Luigi Maria Buzzi (Fratelli d’Italia) non ha chiesto lumi in consiglio comunale, con un’interrogazione, quanto mai tempestiva, all’assessore competente Andrea Vannini E intendiamoci: non è che Buzzi abbia abboccato a uno dei tanti trappoloni che circolano sui social (vuoi perdere peso, chiedimi come; scoperta scimmia che parla benissimo il bresciano; donate sangue per la confraternita dei vampiri, e cose così). No, il buon Gigi ha fatto soltanto il suo dovere di consigliere, e così ha contribuito a risolvere il giallo.
Perché la riposta di Vannini è stata glaciale: “E’ una cosa che circola sui social network – ha detto l’assessore – Quando l’ho vista ho subito dato mandato di controllare. Bene: da noi è tutto a posto, nessun problema e l’ufficio è funzionante come al solito. L’immagine si riferisce all’ufficio di Viterbo Ambiente a Montefiascone”. Perché la società è anche incaricata della gestione dei rifiuti sul colle falisco. E in un paese più piccolo – e dunque in un ufficio decisamente più piccolo – ci può anche stare che l’influenza metta kappao tutto il personale. Enigma risolto: ora non resta che spiegarlo a quegli appestati che frequentano i social network.