“Gli atti avvenuti a Farnese sono di tipo mafioso. Non sto dicendo che chi li ha compiuti appartiene a un clan, parlo di un problema di cultura. Mi riferisco a qualcuno che si ritiene meglio e più forte degli altri, che pretende di dettare le regole e chi non le accetta ne paga le conseguenze. Questo è lo spirito mafioso degli attentati contro Dario Pomarè, Ernesto Cattaneo e altri cittadini. Sono qui per rappresentare la mia vicinanza a tutta Farnese perché anche di fronte a fatti di tale gravità si può e si deve uscire più forti. Questa la sfida che ci coinvolge tutti insieme verso una comunità più unita e coesa, capace di affermare attraverso le regole le condizioni di convivenza civile”. Lo ha detto Alessandro Mazzoli, deputato del Partito democratico, intervenendo al consiglio comunale aperto e straordinario indetto ieri pomeriggio a Farnese dal sindaco Massimo Biagini dopo gli episodi di febbraio. Presenti anche il consigliere regionale del Pd, Enrico Panunzi, il sindaco di Montefiascone, Luciano Cimarello, e il vicesindaco di Capodimonte, Angela Catanesi.
“Farnese – ha detto Mazzoli nel suo intervento – l’ho conosciuta sempre come una comunità sana, unita. Non significa che mancassero i problemi ma che venivano affrontati in maniera democratica. Era una comunità caratterizzata da convivenza civile, concordia. Se si mette in discussione questo con fatti che colpiscono al cuore l’unità, viene meno l’essere comunità stessa. E in questo caso ci perdono tutti, perché è un passo indietro irrimediabile”.
“Il bene di una comunità – ha continuato il deputato Pd – va salvaguardato sopra ogni cosa. Quanto successo a Farnese è gravissimo, inauditi i danni contro le proprietà di persone oneste come Dario Pomarè, Ernesto Cattaneo e altri cittadini vittime di violenze e prevaricazioni. Di fronte a quanto successo non ci sono giustificazioni di alcun tipo. Sappiamo che il periodo in cui viviamo è difficile ma attenzione a stabilire una connessione tra la durezza della crisi e il fatto che qualcuno abbia diritto di usare violenza contro qualcun altro. E’ inaccettabile questo nesso e non ci si può rassegnare al fatto che possa prevalere la violenza, l’intimidazione, la paura, che ci si senta costretti a restare in casa”.
“Si commetterebbe un grave errore – ha concluso Mazzoli – a pensare che questa questione riguarda solo le vittime di aggressione: siamo colpiti tutti e tutti insieme dobbiamo reagire. Il mio è un grazie sincero alle forze dell’ordine e alla Prefettura di Viterbo che stanno lavorando per assicurare i colpevoli alla giustizia. Sappiate che il ministero degli Interni, sia attraverso la prefetture che attraverso il sottoscritto, sta seguendo la vicenda”.
La parola è poi passata al consigliere regionale Pd: “Ho fatto il sindaco per tanti anni e devo dire che da Farnese trassi un insegnamento nel 1993 quando – ha raccontato – fui invitato a un gemellaggio da cui nacque poi una mia iniziativa simile a Canepina. Pensare che dopo 22 anni mi trovo qui per condannare qualcosa che ha compromesso l’anima e la fratellanza di questo paese mi spinge a una riflessione. Fare il sindaco è difficile perché ci si assume delle responsabilità per il bene della comunità. Non possiamo accettare la legge del più forte, dell’intimidazione, del saccheggio mentale. Quanto avvenuto per me è stato un grosso dolore, un problema che riguarda tutti noi finché non si ristabiliscono i crismi della convivenza civile e finché non passerà la paura”.