Lei si chiama Giorgia. Originaria di Valentano, romana d’adozione. Lui Daniel, italolandese, ma sempre di passaporto capitolino. La loro storia parte proprio dalla città eterna. E dalla profonda voglia di evasione, verso un mondo più consono ad una coppia che per sbarcare il lunario campa di nuove tecnologie. Grafico-programmatore Daniel, seo Giorgia. Ovvero “serch engine optimization”, che letteralmente sarebbe “ottimizzazione per i motori di ricerca”. Insomma, hanno a che fare col pc, su questo non ci piove.
I due, giovani giovani, dopo aver girato mezza Europa hanno deciso di stabilirsi ad Amsterdam. Prima precisazione: non quella dei coffee-shop e della baldoria, piuttosto quella romantica dei parchi, delle bici e dei canali.
Vivono lassù ormai da tre anni. Senza ripensamenti e senza traffico (soprattutto). Si sono ambientati alla grande, almeno quanto i germani reali, ma ogni santo giorno hanno un problema insormontabile da affrontare: cosa mangiare? Che detto così pare una sciocchezza. Ma Viterbopost, sempre attento ai suoi lettori, al punto tale di andarli addirittura a trovare, conferma che in Olanda, per mettere sotto i denti un qualcosa di pseudo-commestibile è dura. Ok, i waffel al caramello sono buoni. E magari anche il paninazzo con l’aringa cruda (più cipolle e cetriolini), stesso discorso per i poffertjes (altro dolce, ricoperto di burro), le patate fritte all’angolo, il cacio giallino, e l’hamburger gigante del Burgerbar. Ma dopo tre giorni passati a cibarsi di tali bombe atomiche saltano le coronarie. E se le alternative si chiamano “ristorante Mikel Angelo”, “spaghetti precotti salame e formaggio”, “pizza alla Borromeo” (con ananas), il quadro inquietante è bello che servito. E giù Biochetasi.
Ora, come rimediare? “Tramite internet – spiega Giorgia – ho cominciato con l’olio, poi con altre cosine, e mi sono ritrovata ad acquistare prodotti di quando ero bambina e passavo l’estate dalla nonna a Valentano. Finocchietto selvatico, pasta fresca tipo ‘bichi’, creme alla nocciola, Susianelle e via discorrendo. Fantastico”.
Al punto tale che la manovra si allarga. E dalla sopravvivenza si passa automaticamente all’idea geniale. Eureka. “Importiamo le prelibatezze della Tuscia, ho pensato – parla sempre lei – ed eccoci ad oggi…”.
Ma non finisce qui. Giacché infatti di tipicità enogastronomiche la provincia di Viterbo è gonfia, perché non raccoglierle in un locale e proporle anche al prossimo? “Un negozio sarebbe stato carino – racconta la seo – ma magari molto impegnativo. Ci penseremo. Per ora mi sono presa una houseboat”. Che nient’altro sarebbe se non una casa su barca. Ad Amsterdam ce ne stanno circa 3300, sono ancorate al suolo, grandi parecchio (la loro sta sui 65 metri quadri), arredate in maniera sublime. Una chicca, per tagliare corto.
La houseboat di Giorgia e Daniel a breve diventerà uno sfiziosissimo b&b. “Magic swan”, il nome. Cigno magico, la traduzione. In quanto aprendo le finestre che danno sul canale di “De Wittenkade” si possono ammirare tali splendidi volatili. Si può dar loro da mangiare (stanno lì che non aspettano altro), e si possono anche salutare i capitani di turno che ogni tot passano su piccole imbarcazioni. Il sogno di ogni turista.
Il progetto procede velocemente. Il sito internet del romantico rifugio è in costruzione. E a breve la Tuscia si conquisterà un piccolo angolo di paradiso. Ad Amsterdam. Lontano dal frastuono e dal corri corri. Una scialuppa di salvataggio per i pellegrini che, scoprendo l’Olanda, potranno anche assicurarsi un pasto sopraffino.