Mesi e mesi senza Wi-fi. Ma non siamo su un’isola deserta, né in preda a quelle crisi d’astinenza che colpiscono certi nerd smanettoni. Siamo a Palazzo dei priori, il cuore della città, il salotto buono, il cervello amministrativo di chi comanda, decide, agisce per la comunità. Non solo: siamo in uno dei luoghi più frequentati dai turisti che vengono a vedere le bellezze di Viterbo. E qui il wi-fi non funziona. Ormai da mesi.
Prima c’era, e funzionava. L’avevano messo quelli della giunta precedente, e non sarà stato il massimo della velocità (siamo in Italia, e in un luogo pubblico), però funzionava. Negli ultimi tempi, parliamo di un anno fa, avevano anche tolto la registrazione obbligatoria per collegarsi, quella password imposta dall’allora decreto Pisanu che avrebbe dovuto colpire i terroristi del web e che invece ha penalizzato tanti navigatori comuni. Modificato il decreto, anche qui c’eravamo adeguati, e per accedere alla rete non serviva più fornire i propri dati. Peccato che oggi non funzioni più niente. Scaduta la convenzione sottoscritta con l’azienda per il servizio, evidentemente non ci sono i soldi per rinnovarla, o per vararne un’altra. “Aspettiamo i soldi del Plus”, dicono da Palazzo. E in effetti tra la dozzina di milioni di euro arrivati dall’Europa, una parte sono stati spesi per l’Urban center in piazza del Sacrario, nell’ex pensilina, che verrà dotato di tutte le connessioni internet per consentire ai visitatori – ma anche ai viterbesi – di interfacciarsi con la città. Si spera che lo stesso discorso valga per Palazzo dei priori.
Intanto, chi lavora, visita (pensate alle migliaia di persone che sono venute a visitare la mostra Sacro e profano tra dicembre e metà febbraio) o anche solo si trova a passare da queste parti, è senza wi-fi. O meglio: per quelli che precedentemente s’erano collegati con il servizio offerto dal Comune – memorizzando dunque l’accesso – lo smartphone continua a collegarsi automaticamente all’hot spot. Peccato che poi la connessione sia morta, non funzioni, bloccando di fatto il telefono e costringendo l’utente a scollegarsi manualmente per usufruire di Internet. Detta così è difficile da spiegare, ma insomma, chi ha un cellulare ha capito: è quando sembra di essere collegati ma in realtà la linea non invia né riceve dati. Dunque: niente pagine web da visualizzare, niente messaggi per WhatsApp, niente Twitter, niente Facebook e altre diavolerie.
Bisognerà aspettare che il Plus faccia il suo corso per riavere un collegamento decente, e gratuito. Fino ad allora, pagare. O limitare al minimo l’utilizzo dello smartphone, magari concedendosi una vacanza sull’isola deserta. A parte il mare e le palme, non c’è poi tutta questa differenza.