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Precari in Provincia, situazione disperata

Marcello Meroi, presidente uscente della Provincia

Marcello Meroi, presidente uscente della Provincia

Con i proclami e i facili entusiasmi, purtroppo non si va da nessuna parte. Perché la realtà racconta situazioni assai differenti e tutt’altro che chiarite. E quando enunciazioni eccessivamente frettolose toccano lavoratori che sono a casa e senza stipendio ormai dal 31 dicembre, si creano soltanto false illusioni, senza atti concreti.

Il caso è quello dei 46 precari della Provincia di Viterbo costretti a perdere lavoro e compensi da quasi 3 mesi e senza un reale sbocco nell’ambito dell’ente di Palazzo Gentili. A meno che non passi un emendamento proposto dall’Upi (Unione province italiane) e salvo diversi orientamenti del governo: ipotesi tutte da verificare e da concretizzare. Oggi la realtà è che quelle 46 persone sono rimaste senza lavoro e che la prospettive di rientrare in servizio, sia pure per un periodo limitato, appartengono per ora alla categoria dei sogni e delle speranze. Meglio dunque non farsi illusioni e fare i conti con la situazione. Poiché è di tutta evidenza (e c’è la legge a ricordarlo) che si può prorogare un contratto ancora in essere, ma non un qualcosa che è scaduto e chiuso, come nel caso del progetto “Tuscia InFormazione – Azione Work Experience”, terminato alla fine dell’anno scorso. Non solo, ma sempre secondo quanto prevede la normativa vigente, di un contratto del genere solo il 20% si può destinare alla gestione corrente (cioè agli stipendi) e il resto va invece implementato sul progetto. In parole povere e facendo due conti, 46 persone per tre mesi costano poco meno di 200mila euro: il che implica che se ne devono investire 800mila sul servizio. In totale un milione di euro. E chi lo tira fuori? Non solo, ma una spesa del genere presuppone una totale rivisitazione dell’iniziativa. Una faccenda che non si può risolvere con una semplice alzata di spalle. Tenendo presente che situazioni simili sono presenti, sotto varie forme, in tutte le Province laziali e italiane, come si può onestamente pensare che le Regioni se ne facciano carico a cuor leggero?

Una protesta dei precari della Provincia

Una protesta dei precari della Provincia

Ma c’è un’altra considerazione da fare: ogni Provincia entro il 31 marzo (Ma pare che la data possa slittare) deve indicare nominativamente chi resta e chi invece sarà considerato in esubero e dunque destinato ad altro ente. Per Viterbo, questo significa un taglio drastico di 150-160 dipendenti. Come si può pensare che di fronte a tutto questo Palazzo Gentili perda la metà dei dipendenti e contemporaneamente ne acquisti 46, sia pure con un contratto a tempo determinato?

Infine, va detto con onestà che il progetto  “Tuscia InFormazione – Azione Work Experience” si è chiuso con un avanzo di gestione di 38mila euro. Fatti due conti, quella somma servirebbe a pagare i 46 lavoratori per 18 giorni con un part time settimanale di 20 ore. Un intervento di carattere sociale, ma che non servirebbe a risolvere la questione di fondo. Con buona pace del consigliere regionale Enrico Panunzi (Pd) che aveva già annunciato coram populo che la faccenda era risolta. Magari…

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