Se una terra si dovesse giudicare dal livello del dibattito che riesce ad esprimere, be’, la Tuscia sarebbe tra i primissimi posti della speciale classifica “Processo di Biscardi”, quello origgggginale, voto 8. Semmai fosse servita una conferma, eccola bella e pronta, fresca di settimana: è la storia dei tutor, quegli affari che presto verranno collocati su alcune strade provinciali e che hanno già suscitato un a cagnara che manco a strada Novepani.
Rapidamente. I tutor sono strumenti per il controllo della velocità media (media, ripetiamo bambini: “velocità media”) su brevi tratti di strada. Non un autovelox, insomma, che fotografa un veicolo quando supera i limiti e spedisce in busta chiusa il multone a casa (voto 5.5). Qui non ci sono agguati: se un automobilista percorre il tratto coperto dal tutor – diciamo un chilometro – oltre il limite, si becca l’infrazione. Se invece la sua media del percorso è sotto, se la passa liscia. E’ chiaro, questo, ragazzi? Ancora: il tutor non è bastardo, non è appizzato dietro una siepe o dentro un’auto civetta, come accade troppo spesso con gli autovelox, voto 0. Il tutor lo vedi: scavalca la carreggiata dall’alto, è una specie di piccolo ponte: lo vedrebbe persino mister Magoo (voto 7), o il povero Milhouse (voto 7.5). Dunque: nessuna furbata. Se lo vedi, hai tutto il tempo di frenare, di “moderare l’andatura”, come diceva il vecchio signor Marchetti all’autoscuola (voto 8). Se invece lo vedi e non rallenti, ti becchi il verbale e sei pure un sempliciotto.
Aggiunta: il tutor verrà piazzato su cinque strade della Tuscia, in tratti specifici. Quali? Quelli che, alla luce degli studi dell’osservatorio sugli incidenti stradali, si sono rivelati più pericolosi. Ci sono morte delle persone, lì, e altre sono state ferite: basta leggere i giornali per rendersi conto che quel pezzo di Cimina, o di Nepesina, o di Verentana hanno fatto più vedove ed orfani di una guerra balcanica. Ergo: il tutor dovrebbe servire a limitare la velocità media su quei percorsi. Abbassando, auspicabilmente, anche il livello di rischio per gli automobilisti.
Questo il quadro. Nota a margine: la Provincia non spenderà una lira per piazzare questi cosi, perché le spese sono a carico della ditta che vincerà l’appalto. Seconda nota: la stessa ditta avrà una percentuale fissa sulle multe. Il resto, a seconda dell’entità delle sanzioni, se lo prenderà palazzo Gentili, che con quei soldi dice che provvederà alla manutenzione delle strade. E dio mio quanto ne abbiamo bisogno.
Allora, dove sono i problemi? I tutor li usano in tutto il mondo, anche a Pescoracchiano. In Germania ci controllano persino l’usura delle gomme, ma quelli stanno avanti, voto 8. Solo qui, nella landa ritardata, è successo un mezzo casino. Chi ha accusato la Provincia di voler solo “far cassa”, quando invece sarebbe meglio farsi la cassiera (voto 9). Chi, cuor di leone, ha insinuato chissà quali impicci dietro l’appalto, lanciando il sasso e nascondendo subito la mano (complimenti per il coraggio: voto 2 a questi metodi para mafiosi, o paraculi). Chi, ancora, dice che i tutor non serviranno a nulla. Chi ne fa una battaglia personale – e non politica – per vecchi rancori di partitino, voto 1.
Per chiudere la faccenda, basterebbe dire tre cose. Primo: se anche servissero a salvare una, una sola, vita umana, i tutor avrebbero già svolto appieno la loro funzione. Secondo: se anche servissero a far risparmiare qualche soldo dei miliardi che spendiamo ogni anno per soccorrere, curare e guarire le vittime degli incidenti, sarebbero prodigiosi. Terzo: se proprio voi, guidatori della domenica, Alonso del Salamaro, non vi rassegnate a rispettare limiti e regole, codici e leggi, potete pure continuare a correre con i vostri Suv presi a leasing (voto 3: un classico viterbese). Correte, correte, magari per andare a quel paese. Lì i tutor ancora non li hanno messi. E voto 1.