C’è una strana sincronia tra l’analisi dei conti Talete (che sarà pronta nei primi giorni di aprile, immediatamente dopo Pasqua) e il provvedimento della Regione Lazio che intima a 33 Comuni (31 della Tuscia e 2 della provincia di Roma) di cedere il servizio idrico integrato alla società di gestione viterbese. Già, perché la Pisana si sveglia solo oggi? Eppure questo provvedimento (che è un atto dovuto) si attendeva da mesi, anzi da anni a dire il vero, da quando cioè nel 2003 furono gli stessi comuni della Tuscia (con l’unica eccezione di Caprarola) e qualcuno romano a stabilire che l’acqua era un bene di tutti e che dunque il ciclo integrato doveva essere gestito da una società pubblica.
Sono passati 12 anni da quel fatidico passaggio, eppure solo oggi – nonostante le innumerevoli richieste – la Regione muove il primo passo, chiedendo a quelle municipalità di provvedere entro 30 giorni. E se ciò non avvenisse sarebbe nominato un commissario ad acta per provvedere a quell’adempimento. Qualche legittimo sospetto sorge: di fronte alla conclamata situazione debitoria, sancita dalla due diligence, e di fronte ad una situazione economica degli enti locali, chi si meraviglierebbe di un affidamento ai privati? Che non è affatto la madre di tutti i mali, ma che comunque è un passaggio delicato da affrontare ponendo condizioni precise e inserendo una serie di contrappesi in grado di bilanciare il potere di chi arriverà. E Acea, con i suoi partner francesi e italiani (Caltagirone), in questo discorso ci cade a fagiolo.
A mettere nero su bianco dubbi e perplessità è il sindaco di Montalto di Castro, Sergio Caci: “Non vogliamo – scrive – anche alla luce del referendum fatto proprio sull’acqua, penalizzare i cittadini che vedono calarsi dall’alto decisioni che, alla fine, invece di tutelare loro, forse servono a tutelare chi vorrà rilevare la società Talete. A buon intenditor poche parole…”. E ancora: “Nella lettera della Regione Lazio si parla di responsabilità erariale, qualora non si dia corso a quanto richiesto. A mio avviso, invece, ci sarà danno per le tasche dei cittadini: nello specifico, per quanto riguarda Montalto di Castro e Pescia Romana, l’attuale gestione comporta minori costi e miglior servizio di quanto offre Talete. Il nostro comune ha avviato da tempo le pratiche per l’ingresso nella società. Oggi però mi chiedo quanto questo convenga e, soprattutto, perché chi fino ad oggi ha indebitato la società non paghi il dovuto, dopodiché potremmo cominciare a parlare di ingresso di tutti i comuni. Ci chiedono di entrare in una società allo sbando che è piena di debiti e nessuno ci ha ancora spiegato come stanno veramente le cose. Solo ora si è deciso di commissionare una due diligence che farà capire ai sindaci come sta realmente Talete. Scriverò immediatamente al presidente Zingaretti, al presidente dell’Ato e a tutti i sindaci perché si convochi subito un tavolo chiarificatorio che, fino ad oggi, ancora non c’è stato”.
Che pensa di tutto questo il presidente di Talete, Stefano Bonori? “La Regione ha finalmente applicato ciò che da anni prevede la Legge Galli (che è del 1994, ndr). Non mi piace assolutamente, però, il catastrofismo sulle situazione di Talete, che sicuramente ha problemi, ma i sindaci e i cittadini sanno bene con quale impegno e con qualche serietà si sta tentando di affrontare e risolvere i problemi. Come spesso ripeto, ci stiamo mettendo la faccia e il cuore. Poi è evidente che ci sono livelli decisionali differenti. Intanto, non è che l’acquisizione del servizio per questi 33 comuni sia automatico e neppure immediata poiché va prima verificate se gli impianti e i depuratori sono a norma. E chi non lo è deve farlo, prima di entrare in Talete. Vedremo, ma certamente ci vuole tempo”.
Un’ultima battuta, Bonori la riserva alla questione delle morosità, per le quali si è avviata un’imponente azione di recupero: “Al mio insediamento ho subito convocato il tavolo di conciliazione con le associazioni dei consumatori perché ritengo il dialogo una componente fondamentale da parte degli amministratori. Ribadisco che, se ci sono stati errori, siamo pronti a sanarli, ma sottolineo con forza che l’80% degli utenti che paga puntualmente non può essere penalizzato da un 20% di furbetti che tentano di farla franca. E’ un dovere nei confronti dei soci, è un dovere nei confronti di tutti i cittadini”.