15112024Headline:

La stagione teatrale saltata per quattro spicci

Il Comune avrebbe dovuto pagare soltanto le spese logistiche: un'occasione persa

Santa Maria in Gradi, epicentro del dramma teatrale

Santa Maria in Gradi, epicentro del dramma teatrale

Segnali di vita dal pianeta teatro. Finalmente ci si comincia a capire qualcosa. Dopo quattro articoli, trecento telefonate, un pacco alto così di comunicati, e via discorrendo, il mistero della stagione fantasma si sta svelando.
Il tutto è sintetizzabile in un paio di punti. Uno: stanno togliendo i manifesti in giro per la città. Due: Viterbo ha perso l’ennesima buona occasione. Ma potrà (forse) recuperare.
Breve riassunto delle puntate precedenti. Sono apparsi qua e là per il capoluogo dei cartelloni, con numero cinque spettacoli annessi. Patrocinati dal Comune, che però non ne sapeva nulla. Si è poi venuti a conoscenza che tali eventi erano stati annullati antecedentemente. E questo è il succo. Condito di mille altri esilaranti aneddoti che si possono trovare su Viterbopost, basta scavare un poco.
Ora. A districare il rompicapo ci hanno pensato direttamente gli stessi organizzatori, l’Atcl di Roma. Tramite una nota (la seconda) veramente chiarificatrice. “Siamo l’organismo di distribuzione, promozione e formazione del pubblico dello spettacolo dal vivo – ci dicono, parlando del loro ruolo – riconosciuti dal Mibact e dalla Regione”.
Perfetto. Si va avanti. “Svolgiamo la nostra attività con finanziamenti pubblici e degli Enti locali che ne fanno parte, più gli incassi delle serate. I Comuni associati ci affidano direttamente lo svolgimento delle stagioni, perché siamo noi stessi a pagarle. Certo, poi di norma si impegnano a fornire il luogo a loro spese, e sostengono parte della promozione, ma di fatto beneficiano di una programmazione a prezzi calmierati, proprio perché la nostra esigenza non è il guadagno ma la diffusione della cultura”.

Luca Fornari, presidente Atcl

Luca Fornari, presidente Atcl

Da ciò cosa si evince? Che un accordo tra Comune e Atcl c’è stato. Che il programma era altresì pronto. E che però, come poi detto dallo stesso assessore Delli Iaconi, non ci stavano i soldi per affrontarlo. Poiché “Prima va approvato il bilancio”… Che, come ormai sappiamo, sarà un bilancio “tecnico”, e dunque limitato alle cose essenziali e senza sciali.
Riflessione: se la stessa Atcl avrebbe pensato al programma, l’amministrazione quale altre uscite avrebbe mai avuto? Forse la Siae? L’affitto di Santa Maria in Gradi? Le signorine all’entrata? Il riscaldamento? La cena degli attori? Poco importa. Quel denaro non c’era (peccato solo averlo capito dopo l’affissione dei 70×100). E tutto è saltato. O meglio, è stato rinviato. Probabile quindi che un paio di date vengano recuperate in estate, di dentro al cartellone di Ferento (il Comune può inserirvi cose, lo ha già fatto). Probabile, infine, che con questa formula si possa addirittura arrivare ad una stagione intelligente, proficua, low-cost, e di qualità, nel caso in cui a settembre (come promesso dai vertici) venga finalmente riaperto L’Unione.
E questo (si spera) è quanto.

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