Otto marzo 2015. Come da tradizione si festeggia la donna. Viterbopost ne intervista una, con l’intento di inviare un sincero augurio a lei e a tutte le altre. La prescelta è Silvia Stavagna. Giovanissima studentessa che si destreggia alla grande in un pianeta assai arduo da calpestare, e ancor più se si è una ragazza. Silvia è infatti un arbitro di calcio. Una piacevole novità, pertanto. O un fenomeno in forte crescita. Ma anche una scommessa impensabile, almeno fino a poco tempo fa. Il suo spirito e la sua caparbietà rappresentano senza dubbio un ottimo messaggio rosa in chiave futura. E qualcosa di diverso rispetto alla solita retorica di questo giorno. E’ l’Italia che cambia, la donna che cambia ed un cambiamento che non può non piacere.
Ringraziamo il presidente Luigi Gasbarri e i vertici dell’Aia per la disponibilità.
Quanti anni hai, Silvia?
“Diciassette, tra 20 giorni”.
E da quanto appartieni alla categoria dei fischietti provinciali?
“Terza stagione. La prima di formazione, poi due sul campo”.
Come si prende una decisione di questo tipo?
“Sono cresciuta in federazione. Figlia d’arte di Paolo”.
Quindi a casa tutti felici.
“Lui sicuramente. La mamma un po’ meno. Ma ci sta facendo il callo”.
In che senso?
“Non è una vita facile la nostra. Si ha a che fare con un mondo quasi esclusivamente al maschile”.
Neanche una donna, sui campi?
“Qualcuna fa la dirigente. Ma poche, a dirla tutta”.
In quale categoria arbitri?
“La Juniores. Un po’ più grandicelli di me”.
E sei una di quelle dure o prediligi il dialogo?
“Mettiamola così… Mi sono calmata”.
Spiegati, via.
“Ora parlo di più, me lo hanno consigliato. In partenza invece fioccavano cartellini”.
Ah però. E hai un modello dal quale trai ispirazione?
“Nicola Rizzoli tra i professionisti. E poi c’è papà…”.
Ma come, Rizzoli viene prima?
“Oh, ha arbitrato la finale di un Mondiale”.
Giustamente. Il babbo invece?
“Lui mi aiuta tanto. E mi accompagna ovunque”.
E soffre per te in tribuna.
“Esatto”.
Quante ragazze siete a Viterbo?
“Una decina, molto affiatate”.
E puntate alla carriera o al sano divertimento?
“Crescere sarebbe bello. Senza ansie però”.
Ma a calcio invece, ci hai mai giocato?
“No, vengo dalla ginnastica artistica. Ho iniziato a due anni”.
E in più magari studi anche.
“Terzo liceo classico”.
Una vitaccia.
“Tanti sacrifici, ma prevale la passione”.
E non ti pesa il fine settimana prenderti acqua e vento, invece di stare al Corso a passeggiare?
“No. A dirla tutta forse solo un pochino dovermi svegliare presto la domenica mattina”.
Gli amici cosa ne pensano di questa faccenda?
“Le amiche son curiose e perplesse. Gli amici felici”.
Perché?
“Diciamo che hanno trovato una buona alleata per parlare di pallone tutto il giorno”.
In un ambiente di questo tipo, si riesce a mantenere la propria femminilità?
“Certo. Noi siamo molto più cattive degli uomini. Ce la comandiamo (e ride, ndr)”.
E veniamo a oggi, festa della donna. Riposi o lavori?
“Stamani arbitro a Onano, altroché”.
Auguri Silvia, e in bocca al lupo per il futuro. Qualsiasi sorpresa ti riservi.
“Grazie. E auguri a tutte le donne”.