È una divinità che va bene un po’ per tutte le stagioni. Giacché con lo stesso nome la si può ritrovare nell’induismo, nella religione persiana, ma anche tra gli ellenisti e tra i romani (quelli antichi, sia chiaro, altrimenti si chiamava Totti). Comunque, fu adorato tra il primo ed il quinto secolo dopo Cristo, le notizie sui suoi culti sono scarse nonché frammentarie, ciò non toglie però l’importanza storica e simbolica del dio, conosciuto ovunque come Mitra.
Normalmente viene raffigurato, almeno da queste parti, in chiave tauroctonica. Cioè nell’atto di sgozzare con forza e con una corta spada il toro sacro. Sotto di lui un serpente ed un cane pronti a bere sangue. Più uno scorpione che punta a punzecchiare gli zebedei del toro (ognuno fa quel che può). Le tre bestiole rimandano chiaramente alla costellazione e a tutte le interpretazioni del caso. Ma non è questo il punto.
La news invece è che una statua del dio Mitra (senza testa, ma messa più che bene) è stata appena ritrovata su un furgone destinato in Svizzera. E non per due passi tra cacio e cioccolata, bensì diretta verso il più classico dei commercianti-acquirenti non autorizzati. I Carabinieri hanno stoppato e sequestrato il reperto (8milioni di euro di valore) e a breve lo rispediranno a casa. O meglio, a Tarquinia. Per la gioia del sindaco Mauro Mazzola.
“Una bellissima notizia – commenta il primo cittadino – ringrazio subito le forze dell’ordine che hanno condotto questa brillante azione. La nostra città si arricchirà di un nuovo eccezionale reperto. Un’opera di pregio storico e archeologico enorme”.
A comunicare a Mazzola il tutto ci ha pensato addirittura via telefono Dario Franceschini. “Condivido in pieno la posizione espressa dal ministro – prosegue – ovvero che le opere trafugate tornino nel loro territorio di origine, per essere un volano di promozione culturale e sviluppo turistico. Il nostro Paese, e Tarquinia ne è un chiaro esempio, è un museo a cielo aperto, custodendo un patrimonio storico e artistico di straordinario valore”.
Mitra a breve si farà un giro promozionale ai Musei Vaticani (che già ne posseggono uno, l’unico altro esistente sta invece al “British”), per poi sbarcare e soggiornare definitivamente nella cittadina litorale viterbese.
Rappresenta pertanto un ottimo motivo, anche in chiave promozionale, di rilancio del locale museo e dell’area archeologica-turistica intera.