Detrminazione. Spirito di squadra. Solidità. Motivazioni. Parole e pensieri di Maurizio Ianni nel suo primo giorno da allenatore della Viterbese, appena subentrato a Fabrizio Ferazzoli (secondo allenatore esonerato dal club in stagione).
A quarantuno anni, con tre stagioni vissute in panchina nella sua L’Aquila, in Lega Pro, e con tanti campionati giocati lì in mezzo, da difensore centrale, Ianni parla chiaro e spigliato. Prendere la panchina gialloblu a dieci giornate dalla fine del campionato – con un secondo posto quasi inevitabile – non sembra spaventarlo. “Semmai è uno stimolo – dice – come deve essere uno stimolo per tutti i giocatori. In una piazza del genere, in una condizione del genere, non deve esistere il senso di appagamento. Semmai le motivazioni: per i giovani, che possono mettersi in mostra, e per i giocatori più esperti, che con questo mestiere ci campano e che hanno tutto l’interesse a confermarsi ad alto livello”.
Ragionamenti di buonsenso, e il coraggio di non dirsi rassegnato ai playoff: “Dobbiamo trovare una convinzione come squadra, non come singoli. Per arrivare fino alla fine, eventualmente, solo eventualmente per i playoff. Nove punti sono tanti da recuperare – dice l’allenatore abruzzese – e perciò andremo avanti di partita in partita. Ma non si può escludere, o sperare, che la capolista Lupa Castelli si possa bloccare, anche perché finora non è successo”. Dieci giornate sono anche l’arma di Ianni per spronare il gruppo e per fare delle scelte: “Conosco le caratteristiche di tutti i giocatori. Per fortuna non avrò tempo per valutarli sulla lunga distanza, sceglierò di settimana in settimana in base a quello che vedrò in campo”. E speriamo che il quarto abruzzese della storia recente gialloblu – dopo Ciccozzi, Tarantelli, e soprattutto Guido Attardi – resti nel cuore dei tifosi come gli altri.
Scardala, Pippi (“Un animale da gol”), Saraniti (“Uno con mezzi tecnici superiori, può giocare insieme a Renan”), Giannone e compagnia. Da disporre con giudizio: “Niente stravolgimenti, per ora, ma mi riservo la facoltà di trovare un modo per esaltare le doti di ognuno. Moduli? Ho fatto sia il 4-4-2 sia il 4-3-3, la questione non è decisiva. Piuttosto, voglio solidità, in fase di possesso palla e soprattutto in quella di non possesso. In serie D il campionato si vince anche con tanti 1-0: se non prendiamo gol e copriamo bene il campo davanti qualcosa riusciamo a fare sempre. Sono convinto”. A partire da domenica allo stadio Rocchi col Sora, la prima tappa di un nuovo campionato che Ianni – con le sue parole -, la famiglia Camilli e l’ambiente che pensa positivo vogliono giocare tutto fino in fondo. Per il resto, que serà serà.