Anche la Provincia si schiera contro l’impianto geotermico che verrà realizzato a Castel Giorgio, nel cuore dell’Alfina, un altopiano dal grandissimo valore naturalistico, ai confini tra Lazio e Umbria. L’assessore all’Ambiente, nonché vicepresidente Paolo Equitani torna a scrivere, a distanza di cinque mesi, al ministro Gian Luca Galletti per chiedergli di non concedere le autorizzazioni per il progetto, almeno prima di effettuare le necessarie verifiche richieste sia da alcuni parlamentari (che hanno presentato una mozione in proposito), sia dalla commissione.
“Nella mia precedente lettera dell’11 novembre 2014 – scrive Equitani al ministro dell’Ambiente – ho descritto il danno ambientale che la nostra comunità subirebbe nel caso in cui venisse autorizzato l’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio in Umbria. Secondo quanto sostenuto dall’associazione Lago di Bolsena, la Valutazione d’impatto ambientale (Via) mancherebbe infatti di competenza, trasparenza e collegialità. Sarebbe pertanto opportuno che il suo ministero effettuasse un’attenta verifica, tanto più che dal verbale della Commissione per la VIA si apprende che il parere dannoso per il nostro territorio sarebbe stato espresso in soli 50 minuti senza tener conto di quanto esposto dal professor Andrea Borgia, docente dell’università di Berkley ed esperto in geotermia”. Contestazioni alle quali si aggiungono anche comitati e rappresentanti di ambientalisti sia nel Lazio sia nell’Umbria, che già si sono mobilitati a difesa di questo territorio straordinario, di boschi suggestivi e ad un passo dal lago di Bolsena.
Ancora Equitani: “Sempre nella prima lettera inviata l’11 novembre scorso avevo segnalato che è in corso una mozione di alcuni parlamentari per chiedere una moratoria sulle autorizzazioni per impianti geotermici in attesa di specifica regolamentazione. Sono quindi nuovamente a chiederle – scrive Equitani – di non autorizzare l’impianto di Castel Giorgio prima che vengano discusse le mozioni suddette, invitando contestualmente la Commissione per la Via a riesaminare il parere avvalendosi di un nuovo gruppo d’istruzione costituito da commissari specializzati in geotermia e geologia del sottosuolo. Parallelamente potrebbe essere considerata anche una valutazione autonoma del Cnr”.