La prima buona notizia arriva già la mattina, da un giro a Roma: due, tre, quattro manifesti affissi. Pure le indicazioni in zona sembrano sorprendentemente accurate, caso mai qualche turista si perdesse in questo buco di provincia. Si parla di Viterbo, si parla di Antiquaria, la mostra dell’antiquariato che torna in città dopo anni di oblio, di “non ci sono i soldi” e “non ne vale la pena”. E torna, siamo alle sei e mezza passate della sera, nel luogo più congeniale – per i campanilisti del caso il posto più bello del mondo – quel Palazzo papale che dà tutto un altro sapore all’esposizione rispetto ai capannoni di periferia in cui era relegata negli ultimi anni.
Il sindaco taglia il nastro, di fianco l’assessore alla Cultura Delli Iaconi sorride più sornione del solito: Viterbo Antiquaria c’è, e ci sarà quest’anno fino a domenica 29 (orari: dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 20, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 20, ingresso a 10 euro). Come tutti i ritorni, andrà valutato sulla distanza, e per quanto ci si crederà in futuro. I trentacinque espositori presenti (e provenienti da tutta Italia) sono comunque un buon inizio. Tra i pezzi esposti c’è anche De Chirico, c’è anche Guttuso, ma sul piano tecnico è meglio non addentrarsi e lasciarlo agli esperti e agli appassionati: la storiella di chi aveva uno scrittoio Luigi XV in cantina e non se n’è mai accorto è nota, e divertente.
La sala del conclave, dove s’annusa storia in mezzo ai legni e agli stucchi, è l’ingresso spettacoloso, poi si va avanti e si scende, navigando tra gli stand e in un allestimento fatto bene. Le collaborazioni di lusso – a partire dalla Diocesi, e da quei mostri di bravura di Archeoares – danno un tocco d’efficienza al tutto, insieme con il gemellaggio ideale con il museo civico, dove c’è la mostra dei Templari, ingresso gratuito. Peccato per quelle auto, non d’antiquariato, parcheggiate ai piedi della scalinata per compiacere uno degli sponsor: ma le piazze di Viterbo (La Piazza, in questo caso) non dovevano rimanere chiuse? Boh.
Per il resto, la solita sfilata di vip (se li volete chiamare così): da Fioroni a Mazzoli a Sposetti (con cappello) al mejo mondo dell’economia e di chissà cosa. C’era anche il centrodestra, e questa è cosa e buona e giusta rispetto alle diserzioni degli ultimi tempi: quella istituzionale (Sabatini, Meroi), ma anche i Marini e le Allegrini. E, a margine, un grande campione dello sport come l’ex pilota Massimo Natili, che è sempre un piacere vedere, specie in un’era in cui la Formula uno è diventata uno sport da femminucce. L’antiquariato unisce, insomma. Se vincesse, se crescesse, se portasse (pausa) sviluppo, sarebbe uno spettacolo. Vintage, ma sempre uno spettacolo.