Maggioranza allegra? Ma anche no. Un paio di scene dal consiglio comunale di ieri per farsi un’idea.
La prima, la più tranquilla e legittima, sta nell’interrogazione urgente che la consigliera Alessandra Troncarelli (Pd, corrente più mancina) rivolge all’assessore Ciambella (Pd, fioroniana).
Un’interrogazione in contumacia, visto che la vicesindaco è assente, impegnata con l’Anci. Argomento: l’ipotesi di prolungare l’orario di lavoro degli agenti di polizia locale (fino all’una di notte). Troncarelli: “L’organico del corpo dovrebbe essere di settanta unità, ma se si va a vedere la dotazione di settore attualmente ce ne sono 51. Di questi, 22 sono considerati parzialmente inidonee e non possono svolgere servizio totale ma parziale. E’ ovvio che se la situazione rimanesse così ogni ipotesi di prolungamento sia inacettabile. E in caso di aumento del personale bisognerà prima parlarne a tavolino, coi sindacati. Dire certe cose per farsi belli sul giornale non basta”. Bene. Ma il resto viene dopo: “Quando, in esercizio del mio mandato, ho chiesto i documenti relativi e i contatti con i rappresentanti sindacali al comandante Fainelli, questo prima me li ha garantiti, poi mi ha richiamato dicendo di averne parlato con la Ciambella e che me li avrebbe consegnati lei. E’ inaccettabile, perché un assessore fa l’assessore, non il dirigente. E io ho diritto di accedere agli atti. Di più: ho chiesto altri documenti il 10 marzo e ancora non mi sono arrivati, e i cinque giorni di tempo massimo previsti sono passati. Chiedo al presidente del consiglio e al segretario comunale di valutare se esistono i presupposti per un’azione disciplinare”. Benissimo. (E a proposito di donne, ieri si è rivista in consiglio l’assessora Alessandra Zucchi, data per dispersa da mesi e invece ancora viva e operativa).
Ma è il secondo episodio che mette la ciliegina sulla torta. Quando l’assessore Barelli esce platealmente dall’aula durante alcune critiche che Santucci (FondAzione) rivolge all’ormai celebre comitato per Viterbo capitale della cultura. Barelli, che pure la delega alla cultura non ce l’ha più da un anno, se ne va borbottando. E sull’uscio si accende una lite con il consigliere Moltoni, che per poco non degenera anche sul piano fisico. No, in maggioranza non sono tutti d’un sentimento: ci guadagna il dibattito politico?