C’è anche Giuseppe Fioroni tra i “super renziani” o i “catto renziani” (copyright la Repubblica), la nuova corrente – anche se oggi si chiamano “aree” – che si sta formando all’interno del Partito Democratico. E che ieri è finita su tutti i maggiori quotidiani, da quello fondato da Eugenio Scalari al Corriere della Sera.
La nascita del gruppo viene fatta risalire a giovedì della scorsa settimana, durante una riunione riservata in un’enoteca del quartiere romano di Prati. Oltre al deputato viterbese c’erano il sottosegretario Angelo Rughetti (reatino di nascita), Matteo Richetti e il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, motori di questa iniziativa che, sempre secondo le indiscrezioni di Montecitorio, sarà presentata in un incontro pubblico dopo Pasqua. Ma un documento programmatico, o una bozza, è già in lavorazione. Una settantina sarebbero i parlamentari coinvolti, sotto la regìa del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e quindi anche dello stesso Renzi.
Una nuova Dc dentro il Pd? Può darsi, ma più probabilmente la creatura servirà a contrastare altre minoranze nel partito, dai Giovani Turchi alla sinistra, in chiave cattolica ma renzista pura. E’ facile individuare le avvisaglie di questa corrente nel patto popolare che portò alla candidatura di Mattarella alla presidenza della Repubblica, segnando un successo clamoroso per Renzi e i suoi: anche allora i promotori – in una cena al Pantheon – furono Guerini e Fioroni. Di lì a creare un’area c’è voluto poco.
Nel documento si legge: “Oggi che il Pd guida il governo e vive una stagione particolarmente feconda della propria storia per il coraggio dimostrato nel promuovere la riforma del paese e nell’interpretare il consenso degli italiani è indispensabile mantenere viva e vitale quella capacità di raccontare il domani. La nostra proposta è di uno spazio politico aperto rivolto a tutti gli iscritti del Pd e a tutti coloro che pensano ancora che la politica possa svolgere un ruolo determinante nella società e nelle istituzioni territoriali e nazionali”.Dunque non si esclude l’allargamento a personaggi provenienti da altre aree, attualmente senza riferimenti.
Nella bozza parole al miele per Renzi, naturalmente: “La sua leadership è il segno più chiaro di questa radicale apertura, all’insegna della ricostruzione della nazione dopo decenni di retorica del declino. Lavoriamo alla progettazione del futuro accanto allo sforzo quotidiano per il governo delle riforme e l’amministrazione locale”. Non resta che vedere come reagiranno ora le altre componenti del partito.