Prossimo appuntamento martedì 10 febbraio in provincia. Quando è convocata la consulta d’ambito, una sorta di giunta dell’Ato che però non ha poteri decisionali, ma sicuramente di indirizzo e di programmazione. Un organo insomma che ha il compito di preparare il lavoro per una successiva assemblea dei soci (tutti i comuni della Tuscia, 3 della provincia di Roma e naturalmente la Provincia di Viterbo). Della consulta fanno parte 12 municipalità (6 di centrodestra e 6 di centrosinistra): Acquapendente, Blera, Bolsena, Canepina, Canino, Civitella d’Agliano, Faleria, Montalto di Castro, Nepi, Tessennano, Tuscania, Viterbo. Intanto non ci sono ancora notizie relative al commissariamento delle amministrazioni comunali che finora non hanno conferito il servizio a Talete. “In verità – spiega l’assessore provinciale Paolo Equitani (che è anche presidente facente funzioni dell’Ato) – la Regione aveva chiesto per l’ennesima volta l’elenco dei comuni che sono fuori da Talete. Glielo abbiamo fornito per l’ennesima volta, ma non abbiamo notizie di atti successivi”. Insomma siamo sempre al “caro amico, ti scrivo…
La convocazione della consulta d’ambito è il passaggio richiesto dall’assessore comunale Luisa Ciambella per dare corpo al progetto di rilancio di Talete: una sorta di tavolo tecnico che metta nero su bianco il percorso che i singoli comuni dovranno seguire per sbrogliare la matassa. Intanto una prima indicazione c’è e viene da Canepina, dove il consiglio comunale ha votato una delibera in cui si dà mandato alla giunta di individuare le strade per risolvere i problemi di Talete. Per carità, solo un atto di indirizzo politico, ma importante perché rappresenta un segnale di attenzione (il primo, in assoluto) e di voglia di affrontare concretamente la questione.
Ma di che cosa si andrà a parlare martedì prossimo? “Ribadisco – risponde l’assessore Equitani – che la consulta non può prendere decisioni. Posso solo ipotizzare che, ad esempio, potrebbe discutere di un’eventuale ricapitalizzazione. Ricordo che nel Parca si parla di un aumento di capitale sociale da elevare dagli attuali 453mila euro a 4,5 milioni. Suddivisi ovviamente a seconda delle quote detenute dai singoli comuni. Il problema, a questo punto, non è solo tecnico ma anche politico. E su questo dissento da quanto affermato dall’assessore Ciambella. Vorranno i Comuni, anche quelli che sono attualmente fuori da Talete, assumersi un onere così ampio?”. Lo vedremo tra meno di una settimana.