E’ ancora presto per dire se è davvero l’uomo che ci salverà dai rifiuti e che ci trasporterà sulle sue spalle in un futuro pulito, civile e armonioso. Però, a oltre due mesi dall’insediamento, va riconosciuto tutto il merito dell’assessore all’Igiene pubblica Andrea Vannini. Al quale, per il momento, va un voto 7, con outlook positivo, per dirla in termini finanziari. Se la situazione sta migliorando, seppure lentamente e tra mille magagne, il merito ce l’ha soprattutto lui, chiamato dal sindaco Michelini come nono giocatore della sua giunta ad inizio dicembre e con le deleghe più delicate del mondo. Liberare Viterbo dall’assedio della mondezza, in corso ormai da due anni e generato da una serie di eventi in concatenazione, dall’avvio della raccolta differenziata (meglio tardi che mai, voto 8), all’arrivo dei rifiuti da Roma, agli scandali regionali che hanno portato alla luce una serie di responsabilità politiche e imprenditoriali, fino all’inciviltà dei viterbesi (voto 1).
Insomma, una sfida al limite dell’umano, anche per un supertecnico come lui, professore all’Università della Tuscia ma con modi tutt’altro che sussiegosi, anzi quasi informali, tanto da farlo sembrare quasi un prof da college americano. Eppure la cosa sta funzionando.
Dice: bella forza, non era poi difficile fare meglio di chi c’era prima. Obiezione comprensibile, visto quanto combinato su quella stessa poltrona dall’assessora Saraconi, qui da sempre affettuosamente chiamata Sora Lella (voto 9, ma al soprannome). Eppure quello che sembra essere migliorato è proprio l’apparenza, che non è poco. Vannini ha avuto un approccio diverso al problema, meno politico e più tecnico, con un occhio di riguardo alla comunicazione. Forse perché consapevole del fatto che per risolvere questa piaga bisogna lavorare anche sulla testa dei cittadini. Più degli adulti che dei pupi.
Esempi. Vannini ha fatto sapere per tempo che a Natale la raccolta porta a porta avrebbe funzionato regolarmente, una sorta di messaggio subliminale che dice “Il Comune c’è, non va in vacanza e non ha cenoni da digerire”, e che ricorda tanto qualche trucchetto inventato da Rudolph Giuliani (voto 9.5) quand’era sindaco di New York. Ha rinforzato l’ecosportello in via Garbini, invitando i viterbesi ad utilizzarlo. Ha diffuso la sua email – qui invece siamo al renzismo puro, voto 6.5 – affinché i cittadini e negozianti si possa rivolgersi direttamente a lui. Ha rimesso i cestini per le strade, che erano misteriosamente scomparsi, e altri ne verranno piazzati prossimamente. Ha lanciato i contenitori domestici per gli olii vegetali, così quando uno si fa una frittura non si deve sentire in colpa con Nostra Madre Terra. Ha iniziato a multare gli incivili e ad affibbiare le penali a Viterbo Ambiente. Ha potenziato l’ecocentro del Riello. Ha fatto sapere che il tetrapack si sarebbe potuto gettare nella carta, che detto così sembra un’ovvietà, ma prima non si poteva e qualche massaia c’è finita al manicomio, nel dubbio. E soprattutto, non è sfuggito al dialogo quando qualcuno glielo ha chiesto, vedi quei guastatori buoni di Viterbo Civica (voto 6.5).
Queste le cose fatte, almeno quelle che si ricordano a mente. Certo, la scommessa non è ancora vinta e ci vorrà un sacco di tempo per arrivare ad un risultato dignitoso. Però la sensazione è che la scelta di Michelini sia stata azzeccata, per una volta e che la battaglia si possa davvero vincere. E ancora, che certe volte una scelta spiazzante può rimettere a posto tante cose, specie quando la politica politicata e politicante ha fallito. E a proposito di politica, resterebbe un altro grande malcostume da combattere, e riguarda coloro che sfruttano l’emergenza rifiuti per lanciare attacchi, appunto politici, nascosti dietro il famigerato “senso civico”. Tristi, loro, forse più tristi di chi sporca materialmente. Dio ci salvi dagli inquinatori di parole, per il momento voto 0.