Diecimilasettecento sessantatre euro l’anno (10.763). I cittadini del Lazio – e logicamente anche i viterbesi – sono al secondo posto tra quelli che pagano le tasse più alte d’Italia. Lo rende noto una ricerca della Cgia di Mestre, l’associazione di artigiani e piccole imprese specializzata in questi tipi di studio. Al primo posto, tra le venti regioni italiane, c’è la Lombardia, dove ogni lavoratore (dipendente pubblico o privato), autonomo, pensionato versa mediamente all’Erario 11.386 euro l’anno. Al terzo posto, di poco sotto al Lazio, si piazza l’Emilia Romagna (10.490), poi Alto Adige e Liguria, mentre la graduatoria è chiusa da Campania, Calabria e Sicilia.
Questi dati, secondo l’associazione veneta, “dimostrano come ci sia corrispondenza in modo abbastanza lineare tra il gettito fiscale, il reddito, e la qualità e la quantità dei servizi sul territorio. Il sistema tributario italiano è basato aul criterio della progressività e pesa di più in quelle zone in cui si concentra più ricchezza”. Delle nostre tasse, l’80 per cento finisce nelle casse dello Stato, il 10 per cento circa alla Regione e soltanto il 9 per cento al Comune. Nel 205 la pressione fiscale in Italia si attesta sul 43.2 per cento, mentre l’anno prossimo dovrebbe salire a al 43.7 per cento.