Sulla revoca dell’incarico del direttore generale dell’Ater, Ugo Gigli, comincia a muoversi la politica. L’intervento del consigliere regionale di Forza Italia, Antonello Aurigemma, accusa il presidente della Regione Nicola Zingaretti: “Così – dice l’esponente azzurro – rischia di far pagare le sue scelte scriteriate ai cittadini”. E non solo per il caso Gigli, visto che dal 19 gennaio la direzione infrastrutture della Regione ha ordinato ai commissari dell’Ater la rimozione entro novanta giorni di tutti i direttori generali.
“Ci sono già dei precedenti, che noi tra l’altro avevamo ricordato a Zingaretti – sostiene Aurigemma – coi tribunali che avevano riconosciuto le ragioni del direttore generale di Roma, Panella, sollevato dall’incarico dallo stesso Zingaretti, e di quello di Civiatevcchia, Nunzi, revocato da Marrazzo. Entrambi risarciti, coi soldi dei cittadini. Nonostante questi precedenti è stata inviata la lettera del 19 gennaio, che ha risvegliato gli addormentati commissari dell’Ater, i quali in poche ore hanno provveduto a defenestrare i direttori”. E veniamo al caso Viterbo. “Dove il solerte commissario Bianchi (ex sindaco di Faleria, in quota Pd) non contento di aver defenestrato il direttore generale violando le più elementari leggi regionali e nazionali, ha infranto anche le norme interne dello statuto dell’Ater, andando a nominare come direttore pro tempore non il dirigente più anziano, ma l’ultimo degli assunti dell’azienda (l’addetto stampa Massimo Bindi, ndr), che non ricopriva neanche ruoli dirigenziali. E nel suo incarico di soli quattro giorni, fino a lunedì 2 febbraio, avrà il compito di far costituire l’azienda come parte civile nel procedimento tra Gigli e una ex dipendente dell’ente (l’ingegnere Angela Birindelli, ndr)”. Per Aurigemma, dietro c’è dell’altro e andrebbe cercato nei rapporti interni.
Ma è Zingaretti il bersaglio: “Il presidente non ha compreso che la Regione non è la sua azienda, dove può fare ciò che vuole, come inserire i dirigenti non allineati in una black list. E non vorremmo che fossero i cittadini a dovere pagare certe scelte illogiche. Ma se Zingaretti è sordo alle nostre richieste di chiarimento saremo costretti a rivolgerci alle autorità competenti per ricevere quelle risposte che cerchiamo”. Insomma, dopo le azioni legali promesse da Gigli (a livello penale e civile) ora arrivano anche quelle di una parte dell’opposizione in Regione.