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Il pranzo dei cento giorni

Un giorno indimenticabile per gli studenti (molto meno per i prof)

pranzo dei centoGli studenti del quinto anno delle superiori pensano al pranzo dei cento giorni appena inizia il loro ultimo anno di scuola (o almeno quello che si augurano sia il loro ultimo anno). Ma è solo a febbraio che si prepara l’evento che si svolgerà a marzo.

Il calcolo dei cento giorni è indicativo. In base al ristorante scelto, agli impegni scolastici e a calcoli strategici (“Facciamo spostare il compito di matematica”), la data oscilla. Si chiede l’assemblea di classe per valutare i preventivi chiesti ad alcuni locali, rigorosamente fuori città, come i pranzi di nozze. Il motivo è semplice: sfoggiare la patente presa da poco ed esibire la propria macchina, se si è così fortunati da averla, o prendere per l’occasione la macchina di papà. Si decideranno gli scherzi e i giochi da fare durante il pranzo; vittime i professori, naturalmente, che in quel giorno si faranno prendere in giro più o meno ferocemente facendo buon viso a canzoncine in rima baciata e a parodie di poemi classici rivisti e corretti. Ora vanno di moda scatti e riprese fatte a tradimento che colgono momenti di defaillance del prof preso di mira.
Passano rapidamente i giorni e si arriva a quello del pranzo. Gli alunni vengono a scuola solo par farsi vedere da tutti. Inutile sperare di concludere qualcosa.I professori dovranno limitarsi a vedere le sfilate nei corridoi degli alunni che si godono uno dei momenti più belli della loro carriera scolastica oltre naturalmente a quello dell’uscita dei risultati dell’esame si maturità.
Il look dello studente in questa occasione è quasi sempre inimmaginabile: deve stupire.
le ragazze puntano sul sexy.Indossano minigonne o miniabiti arditi con calze velate, tacco 12 su scarpe modello faraone, stiletti che fanno un baffo a lady Gaga. Si vedono anche calzoncini sempre indossati con calze velate. Spesso le scollature sono veramente vertiginose. Gli insegnanti fanno fatica a riconoscere le ragazze che sfilano a scuola truccate pettinate con cura e cosi glam. Solitamente le vedono vestite diversamente (vedere puntata precedente del blog) lo spirito è diverso, friccicarello, burlone. In questo giorno l’alunno si sente protagonista.

I ragazzi sono anche più stupefacenti.I capelli sono impeccabili pur nella stravaganza di ciuffi e creste, spesso indossano abiti completi o spezzati tipo giacca nera lucida su jeans d’ordinanza. La cravatta è facoltativa, la camicia è quella che fa la differenza. Lasciare le scarpe da ginnastica è dura, spesso non ci si riesce e si indossano comunque.

Così i giovani del quinto anno si recano al pranzo dei cento giorni che sarà memorabile, anche se una sbronza, talvolta , presa quando ormai i prof se ne sono andati, lo farà ricordare a tinte sfumate, molto sfumate.

Godetevi il pranzo dei cento giorni, ragazzi: dietro l’angolo la ricerca del lavoro che non c’è e la vita vi aspettano.

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