L’anno scorso il Lazio si è confermato tra le regioni più vivaci nel mercato del lavoro, con una crescita del 71% (rispetto al 2013) delle offerte pubblicate dall’Osservatorio InfoJobs: un dato che è circa il doppio rispetto alla media nazionale. In questa esplosione la parte del leone la fa ovviamente Roma che monopolizza l’89,5% delle offerte di lavoro, lasciando le briciole alle altre province. Viterbo si accontenta di un misero 1,3%, di poco superiore all’1,2 di Rieti (un po’ meglio vanno Latina con il 4,7 e Frosinone con il 3,3).
Tra i settori più dinamici, internet, programmi e servizi informatici si conferma il comparto trainante con il 28,9% delle offerte, seguito da eventi e pubbliche relazioni con il 20,3%, e marketing e pubblicità con il 14,9%. A seguire, in crescita rispetto all’anno precedente, insegnamento e formazione (6,2%), telecomunicazioni (6,1%) e vendite all’ingrosso, commercio e gdo (5,9%). Più distanziati, consulenza aziendale (2,7%), servizi finanziari (2,3%) e agricoltura, pastorizia e pesca (1.9%) e sanità (1,2%) chiudono le prime dieci posizioni delle offerte nel Lazio.
Per quanto riguarda le categorie professionali più ricercate, informatica e telecomunicazioni conferma la prima posizione del 2013 e, con il 20,7% dell’offerta regionale, precede addetti alle vendite (12,7%) e marketing e comunicazione (11,9%) che, grazie a una decisa crescita rispetto all’anno precedente, sale sul podio. Commercio al dettaglio (9,4%) e customer care (8,5%) completano le prime cinque posizioni per il 2014.
Dall’analisi della provenienza geografica dei candidati iscritti al portale InfoJobs emerge che la provincia con il bacino più ampio è Roma, con l’82,7% del totale regionale. A seguire Latina con il 7,3%, Frosinone (5,6%), Viterbo (3,0%) e Rieti (1,4%). Ecco la suddivisione per età: 24,1% (31 – 35 anni), 21% (26 – 30 anni), 18,6% (36 – 40 anni), 11,7% (41 – 45 anni), 10,6% (meno di 25 anni), 7% (46 – 50 anni), 7% (più di 50 anni). Numeri che confermano come circa la metà di chi cerca un lavoro ha al massimo trent’anni. Non solo, ma si tratta di disoccupati ad elevato tasso di scolarizzazione: il 44,6% è diplomato, oltre il 30% è laureato, più del 6% ha frequentato un master o un dottorato di ricerca. Solo il 10,9% ha la licenza media.