Chi non paga l’aumento, chi non ha i soldi per far fronte all’affitto tout court. La situazione è drammatica, perché la crisi ha fatto scoprire a tante famiglie del ceto medio che il ceto medio stesso si è indebolito, e che scivola sempre più in basso, verso la povertà. I Comuni fanno quello che possono. Quello di Viterbo capofila di un gruppo che comprende anche Bassano in Teverina, Bomarzo, Canepina, Celleno, Orte, Soriano e Vitorchiano – cioè l’intero distretto sociosanitario Vt3, 100mila abitanti in totale – ieri ha presentato il bando per far fronte al disagio abitativo, un termine terribilmente burocratico che nasconde tante piccole e grandi emergenze quotidiane. Considerando anche le 900 famiglie in graduatoria in attesa di alloggio e il no del Governo alla proroga degli sfratti.
“Credo che abbiamo fatto il massimo, e non penso che ci siano precedenti in questo senso – spiega l’assessore ai Servizi sociali Fabrizio Fersini – Abbiamo aggiunto di tasca nostra 150mila euro ai contributi della Regione, che ringraziamo, per un totale di 536mila euro, ripartiti in due anni e in modo equo secondo gli abitanti. Viterbo ne ha 63mila, e dunque avrà più fondi. Avremmo potuto anche vararlo prima, visto che è dall’ottobre 2013 che ci lavoriamo, ma abbiamo aspettato il nuovo regolamento nazionale sull’Isee, per definire le fasce di reddito interessate”.
Prima si è riscritto il regolamento, “tenendo conto di tutti i ceti disagiati non previsti dai bandi precedenti”, sottolinea Fersini. E dunque: i nuclei familiari o i singoli con più di 65 anni; i nuclei o i singoli disagiati che sono soggetti a procedure di sfratto; i nuclei o i singoli che non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto o dell’aumento del canone e dunque a rischio di morosità. L’ultima categoria, in particolare, è stata contemplata proprio per venire incontro ai nuovi fenomeni di impoverimento delle famiglie, tipo due adulti lavoranti di cui uno si trova a perdere il lavoro.
E veniamo alle fasce di reddito coperte dal bando: i singoli o le famiglie che guadagnano da zero a 6mila euro riceveranno dal Comune 250 euro al mese per dodici mesi; quelle che guadagnano in un anno dai 6mila ai 9mila avranno 200 euro al mese; quelle dai 9mila ai 12mila 150 euro. Il contributo naturalmente non può superare il canone di affitto.
Il bando è partito ieri e scade il 27 marzo. Quarantacinque giorni a disposizione dei cittadini per presentare richiesta e dimostrare di avere tutti i requisiti (con il nuovo Isee). Poi serviranno un paio di mesi per stilare le graduatorie e, alla chiusura di esse, iniziare a erogare i contributi: “Ci rendiamo conto – dice Fersini – che gli affitti oggi non costano meno di 500 euro e che il welfare italiano non è un sistema di prossimità. Ma come amministrazione comunale riteniamo di aver profuso il massimo sforzo. Mi aspetto di accontentare tutte le richieste”. Negli anni precedenti venivano soddisfatte le richieste di circa 500 famiglie, stavolta potrebbero essere anche un po’ di più.